Nelle acque italiane sono in forte aumento i pesticidi: +20% nelle acque superficiali, +10% in quelle sotterranee. Il glifosato è tra le sostanze che superano più spesso i livelli di qualità ambientale. A rilevarlo è l’Ispra (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) nell’edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque relativo al biennio 2013-2014.
Tale rapporto è frutto di una complessa attività che vede il coinvolgimento delle Regioni e delle Agenzie regionali per la protezione dell’ambiente, che realizzano le indagini sul territorio e trasmettono i dati all’Ispra, che a sua volta svolge un compito di indirizzo tecnico-scientifico e valutazione delle informazioni.
Andando più nello specifico della relazione è possibile notare che le acque superficiali, ossia i fiumi, i laghi, i torrenti, contengono pesticidi nel 64% dei 1.284 punti monitorati (nel 2012 erano il 57%), quelle sotterranee nel 32% dei 2.463 punti esaminati (erano il 31% nel 2012).
Tra le 224 sostanze contaminanti identificate dall’Ispra, risulta che gli erbicidi sono ancora le sostanze più ritrovate, mentre è aumentata considerevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi. Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali mentre in quelle sotterranee 170 punti (6,9% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientale.
Dai dati dell’Ispra emerge, infine, che la contaminazione è più diffusa nella pianura padano-veneta, area in cui il monitoraggio è solitamente più efficace. Nelle cinque regioni dell’area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell’intera rete nazionale. In alcune regioni la contaminazione è molto più estesa del dato nazionale, toccando oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee la diffusione dell’inquinamento è particolarmente elevata in Lombardia 50% dei punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Secondo l’Ispra, rispetto al passato sono state trovate maggiormente miscele di sostanze nelle acque, fino a 48 in un singolo campione, quindi con una tossicità più alta rispetto a quella dei singoli componenti.