Siamo in Abruzzo, a Loreto Aprutino (Pescara) dove l’artista franco-ungherese Yona Friedman, insieme a Jean-Baptiste Decavèle, con cui collabora già da alcuni anni, ha realizzato la sua opera dalle dimensioni più estese, “No man’s land”.
Si tratta di un progetto che vuole promuovere un cambiamento etico e sociale in grado di trasformare l’idea di proprietà privata in bene comune, attraverso un percorso basato sull’ecosostenibilità promosso da Fondazione Aria.