Decolla in Sardegna un progetto che parla la lingua dell’integrazione, quella tra i migranti e gli isolani. Si chiama Nois – che in sardo significa “noi”- e la ciliegina sulla torta è la realizzazione di un telegiornale realizzato dai migranti e rivolto ai migranti e ai sardi.
Un’idea resa possibile grazie alla sinergia di Sardegna Teatro con il canale online Ejatv e per merito dell’aggiudicazione del bando Migranti del Ministero della Cultura.
Informare, raccontare la propria storia personale, non significa semplicemente sensibilizzare una determinata comunità sul tema dell’immigrazione, significa prima di ogni altra cosa stabilire un contatto umano tra gente proveniente da posti diversi, usi e costumi differenti. Qualcosa che la Sardegna conosce bene, essendo la sua stessa storia il risultato di un bellissimo meticciato proveniente dalla vicina Catalogna, dalle guerre di conquista, discorso che in ogni caso si applica ad ogni regione italiana. Sono proprio le relazioni umane a favorire l’integrazione, a superare le barriere della “diversità”, senza dialogo non può esistere neanche l’idea di integrazione.
Consapevole di ciò, la redazione di Nois è composta interamente da migranti che si raccontano e permettono agli altri di raccontarsi. I loro servizi mettono in evidenza le criticità con le quali tante persone sono costrette a confrontarsi quotidianamente e narrano le storie di vita di chi è riuscito a sopravvivere e chi invece ha lasciato definitivamente la vita sui barconi della speranza, tanto per fare un esempio. Ma non solo: Nois ci parla anche di coloro che tra mille difficoltà si stanno ambientando, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo socio-economico della Sardegna, perché alcuni esempi possano essere seguiti da altri, in una catena che ogni giorno si dota di un anello in più e si rafforza, si integra, forte e indissolubile con il territorio.
Bellissima è l’esperienza di Latif Yakoubou, un ragazzo africano con un sogno che è quello di tanti: avere l’opportunità di una vita migliore. Fa parte della redazione di Nois ed è un reporter, un impiego retribuito con la prospettiva futura di diventare giornalista. Ha raccontato a Sardegna Teatro: «Ho bisogno di raccontare ciò che ho visto e vissuto perché ho sopportato durante il viaggio che mi ha portato qui i momenti più difficili della mia vita come la prigione, le violenze corporali, l’attraversamento del deserto».
Come Latif Yakoubou centinaia di altre persone vogliono condividere queste esperienze, nella speranza che le persone comprendono che l’integrazione è una sfida da vincere, posto che si accetti che nessuno è uguale a un altro, che conoscere le diverse identità culturali è materia di arricchimento e non il contrario, che domani Latif Yakoubou potremmo essere ognuno di noi.