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Nuovo volto per il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia

“Lavori in corso” al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia: il museo romano, il più rappresentativo al mondo della civiltà etrusca, ma che annovera tra i reperti custoditi anche numerosi prodotti greci, assume un nuovo volto grazie alle innovazioni introdotte dal nuovo direttore Valentino Nizzo e agli interventi messi in cantiere per la riqualificazione degli ambienti.

Già incluso nel 2016 tra i dieci nuovi luoghi della cultura di interesse nazionale e dotato nello stesso anno di un’autonomia speciale, il museo è infatti uno dei 35 “Cantieri della cultura” istituiti con la riforma Franceschini al fine di mettere in sicurezza, restaurare e valorizzare i parchi archeologici e i giardini storici, creare nuovi spazi museali e ampliare quelli esistenti.

Un milione e mezzo di euro l’ammontare delle prime risorse stanziate dal Mibact, che andranno a finanziare il recupero degli spazi adiacenti al complesso di Villa Poniatowski, il palazzo cinquecentesco acquistato dallo Stato nel 1989 per ampliare gli spazi del museo e che oggi ospita tesori visitabili purtroppo solo due volte a settimana. In particolare, nella cosiddetta “Manica lunga”, che ospita anche la Biblioteca del museo, verrà allestito il nuovo ristorante, mentre il complesso ottocentesco delle Concerie Riganti, edificio industriale adibito al trattamento delle pelli dal 1870 e alla costruzione di carrozze durante la seconda guerra mondiale, e oggetto negli ultimi venti anni di un intervento di recupero parziale, sarà al centro di un ambizioso progetto che prevede l’allestimento di un auditorium e di un deposito di opere aperto al pubblico, oltre che di nuovi spazi per le mostre temporanee e di un secondo bookshop. «Un progetto che complessivamente richiederebbe un investimento di 7-10 milioni di euro e che potrebbe essere realizzato anche in due anni», spiega il neo-direttore Nizzo, 42 anni e una formazione da etruscologo, chiamato a maggio per guidare il rilancio del museo.

E poi più spazio per lo studio e la ricerca, conferenze, incontri, abbonamenti a prezzo speciale. «C’è da ricucire i rapporti con il territorio, con le soprintendenze, i centri di ricerca, le università», continua il direttore. «Sarebbe fondamentale conciliare la valorizzazione delle collezioni con la ricerca sul campo, magari in collaborazione con università e soprintendenze. Fare ricerca e renderla pubblica è un modo per fare tutela. Anche questo è il compito di un museo».

Numerose innovazioni interesseranno anche la collezione, riorganizzata per garantire a tutti, dalle famiglie agli studiosi, una “narrazione efficace”. Tra le più coinvolgenti, il direttore che si trasforma in ologramma per raccontare il suo museo e la ricostruzione nei minimi particolari di una tomba etrusca di Tarquinia.

Particolarmente suggestiva, infine, la trasformazione del Tempio Etrusco Italico, riproduzione ottocentesca in scala 1/1 di un tempio etrusco ora utilizzata come deposito, in una “macchina del tempio”: «l’idea è di riallestirlo per ospitare la proiezione di filmati multimediali fortemente immersivi, che raccontino il museo, la villa e la collezione come finora non è stato mai fatto. Ma potrebbe ospitare anche ricostruzioni virtuali di celebri tombe, come quelle tarquiniesi o ceretane, consentendo al visitatore di affacciarsi letteralmente sullo straordinario paesaggio archeologico dell’Etruria».

di Federica Drago

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Redazione