Nuova stangata per i giovani italiani che, tanto per cambiare, risultano indietro rispetto ai coetanei del resto d’Europa.
Questa volta il divario emerge leggendo i dati forniti dal rapporto Ocse sulla Strategia per la competenza: nel nostro Paese solo il 20% dei ragazzi tra i 25 e i 34 anni consegue la laurea, ben 10 punti in meno rispetto alla media europea ferma al 30%. Il vero problema però, al di là del dato numerico, è che le competenze acquisite dai nostri giovani non verrebbero sfruttate al meglio dalle aziende in cui sono assunti (il che, quando accade, è già un miracolo!).
Secondo l’Ocse “l’Italia è intrappolata in un low-skills equilibrium, un basso livello di competenze generalizzato”: si richiedono competenze avanzate, meglio se accompagnate da comprovata esperienza pregressa, ma poi le mansioni ricoperte dai neo-laureati sono del tutto inadatte rispetto al loro potenziale e, come se non bastasse, totalmente estranee al titolo di studio conseguito. Cosa fare? Al fine di favorire un miglior uso delle competenza sul posto di lavoro, un possibile rimedio potrebbe essere l’attuazione di politiche volte a implementare e potenziare la rete di coordinamento della forza lavoro ma, tutto ciò, non otterrebbe risultati senza un ripensamento, orami necessario, dell’offerta formativa universitaria.
Occorre che la laurea nel nostro Paese garantisca l’acquisizione effettiva di competenze specifiche: in questo modo le aziende in cerca di personale potrebbero individuare con maggior rapidità il profilo richiesto e il dipendente, avendo una mansione nella quale ha effettive competenze, potrebbe sviluppare a pieno le sue capacità implementando le proprie performance e, quindi, quelle della stessa azienda. Anche perché, ed è sempre l’Ocse che lo rivela, i migliori lavoratori italiani hanno sul piano delle competenze un livello pari a quello dei migliori lavoratori del Continente e non è tutto: in confronto al resto d’Europa, i lavoratori italiani avrebbero doti spiccate in materia di problem solving e, ma questo forse già lo sapevamo, nella rapidità d’apprendimento.
Della serie: “dateci un’opportunità e rialzeremo questo Paese!”.
di Milena D’Aquila