Oggi a Messina e, contemporaneamente in 1000 luoghi situati in tutta Italia, si è tenuta la XXI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, promossa da Libera e Avviso Pubblico, in collaborazione con la Rai Segretariato Sociale e Rapporti con il pubblico. Tutto questo è stato possibile anche grazie al patrocinio del Comune di Messina e alla partecipazione dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica.
“Ponti di memoria, luoghi d’impegno” è stato il tema specifico di questa mattinata che ha visto la presenza di oltre 900 familiari di vittime innocenti a cui la mafia ha tolto la vita. Don Luigi Ciotti – in prima linea con “Libera” nella lotta contro la criminalità organizzata – spiega come il nome scelto per la manifestazione non sia casuale: «Abbiamo voluto chiamare questo momento ponti di memoria e luoghi di impegno perché per la prima volta a Messina, e in altri luoghi in contemporanea in Italia, il popolo di Libera è sceso in piazza. Il nostro Paese ha bisogno di ponti che allarghino le coscienze e traghettino le speranze”.
Sono arrivate persone da ogni parte della Penisola, con addosso le maglie bianche e gialle dell’Associazione, tutte per gridare in modo compatto la loro contrarietà alla mafia. Novecento i nomi scanditi nel corso della cerimonia a Messina, in sincrono con tutte le altre città d’Italia dove la manifestazione si stava svolgendo.
Ogni nome una vita, ogni vita una storia, ogni storia un’ingiustizia subìta, ogni ingiustizia una consapevolezza in più.
Ma tutta l’Italia ha voluto far sentire la propria voce, unirsi al coro messinese: Reggio Emilia, Perugia, Napoli, Firenze, Roma e potremmo continuare fino a 1000, segno che la lotta alla malavita organizzata unisce tutti.
Dunque la manifestazione è partita alle 9 da piazza Filippo Juvara e si è conclusa in piazza Duomo, dove sono stati annunciati i nomi delle vittime: da semplici cittadini a giornalisti, da poliziotti a sacerdoti, e poi imprenditori, sindacalisti, politici, un elenco sterminato di mestieri con qualcosa che li accomunava: la voglia di lavorare legalmente.
In questo momento si stanno svolgendo incontri e seminari su “Cosa Nostra”, si sta discutendo di ecomafie e del destino dei beni confiscati alla malavita.