Il bisogno di equità torna a farsi sentire. Domenica abbiamo scritto della costituzione di Numeri Pari, la rete contro le disuguaglianze, per la giustizia sociale e la dignità promossa da Gruppo Abele, Libera, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) e Rete della Conoscenza (leggi l’articolo).
Oggi proponiamo il manifesto di Oxfam per “un futuro equo, per tutti”. L’iniziativa segue la pubblicazione dell’Oxfam Briefing Paper di gennaio 2017, dedicato alle diseguaglianze e all’attuale distribuzione della ricchezza (leggi l’articolo e l’articolo). Come ricorderete i dati sono sconcertanti. L’1% degli abitanti del nostro pianeta ha una ricchezza superiore a quella del restante 99%. Non fa eccezione l’Italia dove l’1% più ricco possiede 415 volte la ricchezza del 20% più povero.
Un appello, dunque, indirizzato al Governo e a tutte le forze politiche del Paese perché si torni ad agire per l’equità. Ogni impegno su immigrazione, povertà estrema, disagio giovanile porterà frutti parziali e precari se non si recupera l’orizzonte dell’equità quale dimensione essenziale dell’azione pubblica. Ad oggi non se ne vede traccia, e anche per questo è necessario far sentire la propria voce.
È possibile firmare il manifesto di Oxfam alla pagina.
Un futuro equo, per tutti
La disuguaglianza economica è sempre più estrema. Nel mondo, 8 persone detengono oggi la stessa ricchezza di 3,6 miliardi di persone, ovvero della metà più povera della popolazione mondiale. L’1% degli abitanti del nostro pianeta ha una ricchezza superiore a quella del restante 99%. In Italia, l’1% più ricco possiede 415 volte la ricchezza del 20% più povero. Allo stesso tempo diventano sempre più drammatiche le conseguenze degli squilibri di reddito: oltre 1 milione e 600 mila famiglie italiane vivono sotto la soglia di povertà assoluta.
In tutto il mondo e a livello locale, la disuguaglianza minaccia di cancellare i progressi compiuti nella lotta alla povertà. Tutto questo non è né casuale né inevitabile: è la drammatica conseguenza di un modello economico che porta benefici soltanto a una minoranza ricca e potente, a discapito del benessere di ciascuno di noi.
Eppure un’alternativa esiste. Siamo la generazione che può porre fine alla povertà, se i nostri governi ci ascolteranno e si impegneranno concretamente ad adottare politiche per ridurre il divario crescente tra una sempre più esigua élite di super-ricchi e una sempre più ampia moltitudine di poveri. Insieme, possiamo promuovere un modello economico che funzioni per il bene di tutti, un modello in cui il livello di sviluppo di un paese non sia definito solo dal suo PIL, ma da molte più variabili che contribuiscono al benessere dei cittadini.
Questa non è un’utopia. La nostra visione di un’economia più umana, equa e sostenibile è un’alternativa possibile e attuabile da subito. Basta volerla.
Firma il manifesto
Un futuro equo, per tutti: agisci contro la disuguaglianza, sfida l’ingiustizia!
Unisciti a noi per chiedere al Governo e a tutte le forze politiche del nostro paese di porre le basi di un’economia umana, iniziando da:
- Un sistema di tassazione più progressivo, che porti gli individui più ricchi e le grandi società a pagare la giusta quota di tasse su redditi e ricchezza. È necessario, inoltre, cooperare con gli altri governi per porre fine all’era dei paradisi fiscali e alla dannosa corsa al ribasso tra i paesi in materia fiscale.
- Politiche occupazionali che garantiscano ai lavoratori un salario dignitoso e incoraggino le aziende a porre un limite massimo al divario retributivo tra i top manager e i loro dipendenti. In un contesto di forti cambiamenti del mondo del lavoro è essenziale assicurare che la tutela dei diritti dei lavoratori resti centrale, operando per la riduzione del precariato. L’innovazione tecnologia dovrebbe contribuire a ridurre le disuguaglianze, non ad accentuarle.
- Servizi pubblici di qualità in ambito educativo e sanitario, adeguatamente sostenuti dal bilancio pubblico, a cui tutti possano avere accesso senza discriminazioni di alcun tipo e senza disparità dovute al contesto territoriale in cui vivono.
- Uno sviluppo economico che rispetti i limiti naturali del nostro pianeta, favorendo investimenti in attività e tecnologie a basso impatto ambientale.
- Un reale ascolto dei bisogni dei cittadini e non degli interessi di alcune élite privilegiate, rafforzando gli spazi di dialogo con la società civile.