«L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
Così recita l’articolo 11 della Costituzione italiana che, nella giornata di oggi, 2 giugno, assume un valore importante per tutti ma certamente ancor più significativo per coloro che lavorano per la pace, il disarmo e il servizio civile, per rilanciare la Campagna “Un’altra difesa è possibile”.
Sei le reti nazionali promotrici dell’iniziativa, lanciata per la prima volta nel 2014 all’Arena di Pace e Disarmo di Verona: Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace.
L’iniziativa del 2014 sosteneva il progetto di legge di iniziativa popolare per l’istituzione e il finanziamento del “Dipartimento per la difesa civile, non armata e non violenta” depositato in Parlamento l’anno scorso e in seguito sottoscritto da molti parlamentari appartenenti a diversi gruppi politici. Testo di legge poi posto all’attenzione degli Affari Costituzionali e della Camera dei Deputati.
Se ora dunque l’iter istituzionale è partito, si sente la necessità di proseguire facendo leva sulla forza dei comitati locali presenti sul territorio, stimolandoli a una partecipazione attiva optando per una soluzione semplice ma immediata, che consiste nella distribuzione di una “cartolina” che i cittadini manderanno ai loro deputati di riferimento chiedendo loro il massimo impegno affinché la legge venga approvata nel corso dell’attuale legislatura.
Coerentemente con i principi espressi nell’articolo 11 della nostra Costituzione e con gli intenti delle sei reti nazionali, le cartoline verranno distribuite a partire da oggi, 2 giugno, e consegnate ai parlamentari il 4 novembre. Una decisione questa, legata alle due date, che fa riferimento alla nascita della Repubblica e alla fine della Prima Guerra Mondiale. Il contesto ideale per porre un’ulteriore richiesta direttamente al capo dello Stato Sergio Mattarella e cioè sospendere la tradizionale parata militare e le relative celebrazioni annuali a Roma, sostituendole invece con iniziative a favore dei settori più deboli della nostra società. In tal modo si assolverebbe a due obiettivi: spendere le risorse economiche in maniera più utile e mandare un messaggio forte di impegno civile.
Su questo argomento si è pronunciato Mao Valpiana, presidente del Movimento Nonviolento e coordinatore nazionale della Campagna “Un’altra difesa è possibile”, dicendo: «Questo è tempo di voltare pagina, basta con la parata della difesa militare, facciamo sfilare i difensori civili della Costituzione che ripudia la guerra».
Tra le altre voci a favore del disarmo e dell’eliminazione della parata militare anche Sergio Bassoli, portavoce della Rete della Pace: «Il 2 giugno ad avere il diritto di sfilare sono le forze del lavoro, i sindacati, le categorie delle arti e dei mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con i genitori, le ragazze e i ragazzi del servizio civile».