Come diceva Benedetto. Croce “Il legno in cui è intagliato Pinocchio è l’umanità”. Perché questa citazione? Per ricordare che l’ossigeno che respira il mondo lo dobbiamo agli alberi, grazie a loro siamo vivi.
Più di un miliardo e mezzo di persone al mondo si affidano ad essi, 2/3 delle specie viventi vivono nelle foreste. Fortunatamente c’è chi salvaguardia tutto questo, si chiama PEFC (Program for Endorsement of Forest Certification Schemes) ed è la più grande iniziativa al mondo di certificazione forestale che si prende cura delle foreste e dei loro abitanti. Nello specifico il PEFC si preoccupa di conservare la foresta come habitat per animali e piante, mantiene la funzione protettiva delle foreste nei confronti dell’acqua, del terreno e del clima, tutela la biodiversità degli ecosistemi forestali, verifica l’origine delle materie prime legnose, prevede il taglio delle piante rispettando il naturale ritmo di crescita della foresta, così come si preoccupa affinché le aree soggette al taglio vengano rimboschite o preferibilmente rigenerate e rinnovate naturalmente. E ancora: tutela i diritti e la salute dei lavoratori, favorisce le filiere corte e garantisce i diritti delle popolazioni indigene e dei proprietari forestali.
L’Italia fa parte di questo programma e, nell’anno in corso, vantiamo la bellezza di 1000 aziende con certificazione PEFC, l’8% in più rispetto al 2016. Un ottimo traguardo per la salvaguardia sia ambientale che delle specie viventi. Ci troviamo al quinto posto nel mondo per numero di aziende certificate PEFC; l’ultimo sondaggio internazionale, inoltre, ha evidenziato un balzo in avanti della riconoscibilità del marchio in Italia, che dal 19,9% del 2014 è passata al 34% del 2017.
Questo sondaggio ha fatto da ponte tra i cittadini e l’ecosostenibilità: agli intervistati è stato chiesto loro cosa pensassero del PEFC e il 78% ha risposto positivamente, sia per l’ecosostenibilità e la salvaguardia ambientale che per la promozione della gestione delle foreste, perché la certificazione è un vero e proprio valore.
Ma vediamo adesso qualche risultato ottenuto a livello locale.
Il 7 maggio 2003 il Consorzio Forestale dell’Amiata ha ricevuto la certificazione forestale “individuale” con i suoi 3.000 ettari di faggeta, l’8 luglio 2004, invece, a riceverla è stata l’Associazione Regionale PEFC Friuli-Venezia Giulia, insieme ai suoi 38 proprietari forestali per una superficie di 67.348. Dopo che il 29 ottobre 2004 c’è stato il consenso per gli standard di certificazione italiani a livello mondiale, il Gruppo PEFC Veneto il 10 dicembre 2004 ha avuto la certificazione di Gestione Forestale Sostenibile. Il 17 dicembre 2004 anche l’Unione Agricoltori–BauerBund della Provincia di Bolzano (con 23.300 piccoli proprietari forestali) ha certificato 263.000 ettari, la più grande superficie in Europa con queste caratteristiche. C’è poi la certificazione regionale del Trentino (Consorzio dei Comuni Trentini), ottenuta il 16 dicembre 2005 con 251.000 ettari di foresta distribuiti tra più di 310 proprietari pubblici e privati.
Arriviamo al 2006, l’anno in cui sono state certificati Pioppeti e Consorzi forestali in Piemonte (con l’Organismo di certificazione ICILA) e poi al giugno 2008 con le certificazioni di gestione forestale per Magnifica, Comunità di Fiemme (il maggior produttore di legname in Italia – 50.000 metri cubi annui di legname da opera, pari ad un decimo della produzione di tutto il Trentino), della sughereta della Società Agricola Limbara ARL di Calangianus (OT), di proprietà forestali in Abruzzo e in Lombardia.
Ad oggi, geograficamente, l’Unione Agricoltori di Bolzano del Sud Tirolo ha l’area maggiormente certificata con 300.899.70 ettari, in pratica il 40% del totale PEFC italiano, al secondo posto troviamo il Consorzio dei Comuni Trentini AR Trentino con 258.566.72 ettari (34%) e infine al terzo posto c’è l’Uncem in Friuli Venezia Giulia con 81.913 ettari e il 10.9%.