Proponiamo all’attenzione dei nostri lettori uno stralcio dell’Introduzione del Piano di Azione Nazionale sulla Responsabilità Sociale d’Impresa 2012 – 2014, elaborato dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale e dal Ministero dello Sviluppo Economico. Si tratta del più recente documento ufficiale sul tema nel quale vengono esplicitati gli orientamenti del Governo a sostegno della diffusione di pratiche imprenditoriali socialmente responsabili. Per esigenze di spazio gli obiettivi programmatici sono riportati senza alcuna descrizione di dettaglio. Il testo integrale del documento viene allegato in formato elettronico.
(…) La strategia del Governo italiano pone l’accento sull’importanza del ruolo dell’impresa nella società e sulla gestione responsabile delle attività economiche quale veicolo di creazione di valore, a mutuo vantaggio delle imprese, dei cittadini e delle comunità. Questa convinzione è confortata da due caratteri tipici delle imprese italiane, la capacità di radicamento e di relazione con il territorio in cui operano e la dimensione sociale in termini di relazioni industriali e impegno sociale. Un patrimonio delle nostre imprese che rischia di deteriorarsi sotto la pressione delle dinamiche internazionali e che il Governo intende valorizzare e sostenere attraverso azioni strategiche condivise con tutti i portatori di interesse.
Oltre ad avere ricadute positive sui lavoratori e sul territorio, un corretto approccio strategico alla CSR comporta un vantaggio per la competitività delle imprese, in termini di gestione del rischio, riduzione dei costi, accesso al capitale, relazioni con i clienti, gestione delle risorse umane e capacità di innovazione. Agendo sui temi della sostenibilità nella relazione con i portatori di interesse (stakeholders) interni ed esterni, l’impresa può prevedere e meglio rispondere alle aspettative della società e anticipare le trasformazioni dei contesti in cui opera differenziandosi, prioritariamente attraverso l’innovazione, rispetto agli altri concorrenti internazionali e accedendo, in questo modo, a nuove risorse, nuovi mercati e a nuove prospettive di crescita.
Nel quadro delle politiche nazionali per la crescita e l’occupazione è riconosciuto, dunque, il ruolo della RSI quale elemento qualificante dei processi aziendali e delle produzioni italiane, favorendo la permanenza nel medio-lungo periodo delle imprese sui mercati globali. E’, infatti, attraverso investimenti in risorse umane e conoscenze, relazioni industriali, tutela ambientale, rapporti con il territorio e gli stakeholders, lotta alla corruzione – tutti elementi essenziali della RSI – che il Made in Italy può rafforzarsi e distinguersi sui mercati.
Fermo restando che la RSI riguarda comportamenti volontari delle imprese che vanno oltre il semplice rispetto degli obblighi giuridici, il Governo, con la sua azione, può creare un contesto più propizio ai comportamenti volontari delle imprese e alle attività del Terzo settore, per favorire il raggiungimento degli obiettivi pubblici orientati allo sviluppo dell’economia e della società e alla tutela dell’ambiente.
Il Piano d’Azione nazionale è attuato sotto l’indirizzo delle due Amministrazioni capofila, ossia il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e il Ministero dello Sviluppo Economico, nel rispetto dei soggetti imprenditoriali, sindacali, delle organizzazioni di Terzo settore, di cittadinanza attiva e della società civile che contribuiscono al raggiungimento dei suoi obiettivi. Tale ruolo di indirizzo si inserisce in un’ampia azione, in essere da tempo, delle Amministrazioni pubbliche nazionali, a livello centrale e locale, cui si affiancano, accompagnando l’azione pubblica, le attività delle imprese e le iniziative degli stakeholders.
Il Piano d’Azione nazionale si fonda, dunque, concretamente su tutto quanto già realizzato a livello nazionale e, valorizzando le buone pratiche, mira a fornire orientamenti condivisi per le azioni future.
Data la natura multidisciplinare e integrata della CSR è necessario procedere con un’azione sinergica tra le istituzioni – ai diversi livelli settoriali e territoriali. Un ruolo chiave hanno naturalmente le imprese ma anche i portatori di interesse (sindacati, lavoratori, consumatori, organizzazioni di terso settore, società civile), che attraverso un coinvolgimento attivo e la compartecipazione (cd. approccio multistakeholders) possono favorire i processi in atto. Allo stesso modo, il coinvolgimento del settore finanziario è necessario per favorire l’accesso delle imprese, in particolare PMI, al capitale e al credito.
Nella definizione e attuazione del Piano un’attenzione particolare è dedicata alle PMI che spesso non dispongono delle risorse finanziarie e delle conoscenze sufficienti ma sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi del Governo data la loro numerosità, il radicamento nelle comunità, i legami con le grandi imprese nella catena di fornitura e il ruolo crescente che assumono nell’internazionalizzazione delle produzioni.
Viene, inoltre, riconosciuto il contributo delle imprese sociali e delle organizzazioni di Terzo settore, di cittadinanza attiva e della società civile per la loro attenzione al territorio e il diretto rapporto con la cittadinanza.
Nel definire i contenuti degli interventi è stato preso a riferimento l’intero ciclo di vita aziendale dalla definizione della strategia aziendale, alle azioni e investimenti fino alla rendicontazione, finanziaria ed extra finanziaria, delle attività. Inoltre sono previste azioni volte a rafforzare i contesti in cui operano le imprese per rinsaldare la fiducia dei cittadini, favorire il contributo delle forze di mercato, proiettare le azioni nella dimensione internazionale. Più in dettaglio il Piano d’Azione si articola nei seguenti obiettivi.
Obiettivo A: Aumentare la cultura delle responsabilità presso le imprese, i cittadini e le comunità territoriali.
Obiettivo B: Sostenere le imprese che adottano la RSI.
Obiettivo C: Contribuire al rafforzamento degli “incentivi di mercato” per la RSI.
Obiettivo D: Promuovere le iniziative delle imprese sociali, delle organizzazioni di Terzo settore, di cittadinanza attiva e della società civile.
Obiettivo E: Favorire la trasparenza e la divulgazione delle informazioni economiche, finanziarie, sociali e ambientali.
Obiettivo F: Promuovere la RSI attraverso gli strumenti riconosciuti a livello internazionale e la cooperazione e la solidarietà internazionale.