Consegnare una tessera sanitaria ai migranti in maniera tale da evitare che nel tragitto che essi compiono da un Paese all’altro non si effettuino prestazioni sanitarie non indispensabili. È l’obiettivo del progetto europeo “Care”, guidato dal nostro Paese, attraverso l’Istituto nazionale per la salute, migrazione e povertà (Inmp), al quale partecipano altre quattro nazioni europee quali Grecia, Malta, Slovenia e Croazia.
Ma vediamo più da vicino cosa prevede tale progetto. Le prime tessere verranno date ai migranti in arrivo a partire da luglio, negli hotspot di Lampedusa e Trapani e in quelli degli altri Paesi partner. Prima di riceverla, essi dovranno essere identificati negli hotspot, ossia nelle strutture allestite appositamente per identificare velocemente, registrare, fotosegnalare e raccogliere le impronte digitali dei migranti, realizzate per sostenere i Paesi più esposti ai nuovi arrivi.
Tale tessera, che sarà diversa da quella dei cittadini italiani, conterrà tutti i dati sanitari del migrante e consentirà non soltanto di tracciare lo stato di salute di coloro che giungono in Europa, ma anche la tracciabilità stessa delle persone.
Un’altra importante novità è che vi saranno visite specializzate da parte di team multidisciplinari per determinare l’età dei minori migranti e un sistema software statistico che consentirà di valutare il rischio di particolari patologie negli immigrati monitorati allo sbarco negli hotspot.
Si tratta di un grande progetto che permetterà un miglior coordinamento fra tutte le autorità sanitarie, impedendo che gli immigrati rifacciano vaccinazioni, terapie oppure esami che siano stati già stati effettuati o che risultino essere inutili e inoltre così facendo si avrà la possibilità di monitorare complessivamente la loro situazione sanitaria.