Nel 2015 sono stati circa 650.000 i ragazzi che hanno fatto uso di droghe, una cifra per nulla rassicurante quella che arriva dallo studio Espad Italia dell’istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa. Basti pensare che il 34% dei ragazzi in età scolare ammette di aver utilizzato almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale nel corso del ciclo scolastico e il 27% solo nell’ultimo anno di scuola. Un’assunzione che per molti si è esaurita in un’unica esperienza, per fortuna, mentre per altri ha rappresentato solo l’inizio di un lungo calvario, quello della dipendenza, dell’uso e poi dell’abuso di droghe pesanti. Fino al limite estremo, vale a dire il ricovero in comunità. Spesso quest’ultima risoluzione ha rappresentato per molti una vera e propria rinascita e in tal senso non possiamo non parlare del lavoro magnifico che quotidianamente viene svolto da San Patrignano, un impegno ininterrotto e che va avanti dal 1978 e ancora oggi accoglie ragazzi di ogni età per provare a fornir loro un percorso di vita alternativa che li salvi dalla spirale della dipendenza. San Patrignano ha accolto finora circa 26.000 persone bisognose di cure, una cifra enorme, e lo ha fatto – sempre – in maniera completamente gratuita.
Il presidente della Comunità, Antonio Tinelli, ha alle spalle una notevole esperienza in questo campo e racconta una parte del suo lavoro: «Ogni giorno ci troviamo di fronte a genitori disperati che non sanno come comportarsi con i loro figli. Cerchiamo di affiancarli grazie alla nostra esperienza, ben sapendo quanto sia difficile crescere dei ragazzi in questa società, dove lo sballo è considerato la normalità e dove le dipendenze nascondono spesso disagi ben più profondi».
Attraverso queste parole, Antonio Tinelli, centra probabilmente proprio il nervo scoperto di una società, la nostra, i cui ragazzi sono spesso facile preda del circuito delle dipendenze, quali esse siano, tra cui c’è anche l’uso di droghe. Per cui “sballarsi” diviene la risposta più immediata a tanto dolore o tanta solitudine, ma è chiaramente una risposta sbagliata. Il lavoro degli operatori di San Patrignano parte da qui, e, abbiamo detto, i ragazzi non pagano alcun contribuito per il loro percorso di recupero e reinserimento sociale.
San Patrignano può svolgere il proprio lavoro grazie a coloro che donano fondi, scelgono insomma di perorare questa causa, e organizza delle campagne di raccolta fondi, come quella di poco tempo fa, “Per i nostri figli”. Per chi volesse sostenerla c’è tempo fino al 13 marzo e nel sito di San Patrignano sono contenute tutte le modalità e le informazioni.
Una volontà, quella della Comunità, di provare a riqualificare e ampliare due centri per minori. Un’iniziativa importantissima questa, in cui San Patrignano si mette in prima linea per rispondere in maniera adeguata e professionale alle richieste che arrivano frequenti dai tribunali per i minori.