Terzo settore

Perché far pagare ai poveri le conseguenze dell’instabilità politica?

A fine anno è giunta una buona notizia per il Terzo settore. Come auspicato da molti, e tra questi anche dal professor Stefano Zamagni, è stato confermato l’Onorevole Luigi Bobba nel ruolo di sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. “Ringrazio il presidente Paolo Gentiloni e il Ministro Giuliano Poletti per la riconferma dell’incarico di sottosegretario –ha affermato Bobba – spero di poter contribuire al completamento dell’importante lavoro avviato con il precedente Governo sul Servizio Civile, che ha visto impegnati 40mila giovani nel 2015 e altrettanti nel 2016: una riforma di grande rilevanza che è giunta praticamente al traguardo, dopo l’approvazione del decreto legislativo da parte delle Commissioni di Camera e Senato. Inoltre, dobbiamo varare i decreti applicativi della legge di riforma del Terzo settore, relativamente alle imprese sociali, centri di servizio per il volontariato, 5 per mille e Codice del Terzo settore”.

Nel contempo le organizzazioni del Terzo settore insistono nel chiedere al Governo Gentiloni di portare a termine iniziative già impostate con il precedente Esecutivo. È il caso dell’appello Perché far pagare ai poveri le conseguenze dell’instabilità politica?” sottoscritto da Alleanza contro la povertà, autorevolissima aggregazione di realtà associative, rappresentanze dei comuni e delle regioni, enti di rappresentanza del Terzo settore e sindacati che dal 2013 si batte perché finalmente anche nel nostro Paese si affermino incisive politiche di contrasto alla povertà e si concretizzi l’auspicato reddito di inclusione.

Felicità Pubblica, in questi mesi, ha seguito con attenzione l’attività di “Alleanza contro la povertà” e, quindi, non poteva certo trascurare l’accorato invito rivolto al premier Gentiloni affinché lo scontro in atto tra le forze politiche non vanifichi la possibilità di conseguire un risultato storico ormai a portata di mano.

 

APPELLO: “Perché far pagare ai poveri le conseguenze dell’instabilità politica?”

Il clima di incertezza politica rischia di privare tante famiglie indigenti della possibilità di ricevere il sostegno pubblico di cui hanno necessità. Affinché ciò non accada, l’Alleanza contro la povertà chiede di approvare la legge delega di introduzione del Reddito d’Inclusione (REI) e di predisporre il Piano nazionale contro la povertà.

Dall’inizio della crisi, le persone in povertà assoluta in Italia sono aumentate del 155%: nel 2007 erano 1milione e 800mila mentre oggi sono 4milioni e 600mila. Povertà assoluta è il termine tecnico che indica la miseria: la vive – infatti – chi non riesce a raggiungere lo standard di vita definito dall’Istat “minimamente accettabile”, con riferimento ad alimentazione, abitazione, vestiario, trasporti e altre esigenze primarie.

Da gennaio l’Italia sarà l’unico paese europeo nel quale lo Stato non fornisce un aiuto alle persone in povertà assoluta. La Grecia infatti, che condivideva questo primato negativo con il nostro Paese, ha deciso di introdurre nel 2017 un sostegno pubblico a chiunque si trovi in tale condizione.
Nell’ultimo anno sono stati realizzati significativi passi in avanti per colmare questa carenza. Vi hanno lavorato insieme il Governo e le principali forze parlamentari, di maggioranza e di opposizione. L’Alleanza contro la povertà ha contribuito attraverso un’attività costante di sensibilizzazione, pressione e proposta. È stata così avviata una misura transitoria, destinata a 3 poveri su 10. È, soprattutto, cominciato il percorso parlamentare della legge delega per l’introduzione del Reddito d’Inclusione (REI), giunto a buon punto. Il REI dovrebbe rivolgersi a tutti i poveri, fornendo loro un contributo monetario, per affrontare le difficoltà economiche di oggi, insieme agli strumenti per costruirsi un domani migliore (formazione professionale, nidi per i figli, sostegno psicologico e così via, in base alle diverse esigenze di ognuno).

L’incertezza politica, però, rischia ora di vanificare i passi in avanti compiuti, proprio quando bisognerebbe portare a compimento il lavoro svolto, introducendo finalmente nel nostro paese un sostegno rivolto all’insieme della popolazione povera. L’unico modo per evitarlo è che il Parlamento approvi – in tempi brevi – la legge delega e che sia predisposto il Piano nazionale contro la povertà, nel quale specificare tutti i passaggi attuativi da compiere per l’introduzione del REI.

L’Alleanza contro la povertà auspica che non siano scaricate sulla parte più debole della società italiana le conseguenze negative dell’instabilità politica. Chiede, dunque, al Presidente della Repubblica, del Consiglio dei Ministri e ai Presidenti di Camera e Senato che l’azione del Governo e del Parlamento pongano tra le priorità la lotta alla povertà e a tutte le forze politiche di collaborare affinché si giunga in tempi rapidi a:

  • approvare la legge delega di introduzione del Reddito d’Inclusione (REI);
  • predisporre il Piano nazionale contro la povertà con un investimento tale da rendere i servizi territoriali realmente inclusivi.

 

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Valerio Roberto Cavallucci