Non ci sono buone notizie per quanto riguarda la salvaguardia dell’Amazzonia. Purtroppo, infatti, la Corte suprema del Brasile ha apportato importanti modifiche alle leggi che avrebbero protetto la foresta pluviale, rendendola in questo modo facile obiettivo della deforestazione.
Tale pessima prassi ha avuto il suo acme tra il 2015 e il 2016, per poi subire finalmente un leggero calo negli anni successivi. Per quanto un prestigioso studio pubblicato sulla rivista scientifica Science Advanced abbia dimostrato che qualora venisse distrutto più del 20% della sua superficie questo porterebbe a un mutamento irreversibile dell’ecosistema del più grande polmone verde del Pianeta, la Corte suprema federale del brasile ha inspiegabilmente effettuato modifiche alle leggi che proteggevano l’ecosistema dell’Amazzonia.
Nello specifico è stata disposta un’amnistia per i proprietari terrieri che hanno deforestato illegalmente prima del 2008. Un fatto di per sé già molto grave ma che lo diventa ancor di più considerando che è stata ridotta di molto la superficie deforestata che, vista una legge del 1965, doveva essere ripristinata da tutti quei proprietari terrieri che erano obbligati a preservare una data percentuale del proprio terreno. La riduzione stabilita dalla Corte è pari a 300.000 chilometri quadrati, più o meno l’equivalente dell’estensione dell’Italia.
Sconfortati gli ambientalisti che ovviamente conoscono le conseguenze di tale decisione e la minaccia della salvaguardia della foresta più grande al mondo con una preziosissima biodiversità.
Ad essere felici di tale risoluzione sono state naturalmente le lobby dell’agricoltura che ora saranno libere di disboscare a piacimento senza dover incorrere in sanzioni.