Disastro per la stagione riproduttiva dei pinguini di Adelia, il pinguino più largamente diffuso sulle coste dell’Antartide. Una colonia formata da più di 18.000 coppie nell’isola di Petrel durante la stagione estiva ha dovuto fare i conti con qualcosa di orribile e non solo per i pinguini ma perché questa situazione spiega in maniera lapalissiana quanto il problema dello scioglimento dei ghiacciai peggiori di giorno in giorno.
Avrebbe dovuto sopravvivere un alto numero di nuovi nati – le coppie erano 18.000 – ma in realtà i fortunati sono stati solo due. Gli altri, non ce l’hanno fatta. La causa, secondo i ricercatori, è da attribuirsi alle condizioni meteo. Nello specifico, un ghiaccio marino molto esteso che ha costretto le coppie di pinguini a migrare per 100 chilometri più del dovuto alla ricerca di cibo. Questa difficoltà ha comportato che i cuccioli fossero esposti a freddo e piogge, assolutamente determinanti per la sopravvivenza.
I pinguini si nutrono soprattutto di krill, piccoli gamberi, e per rintracciarli hanno dovuto coprire distanze insostenibili. Un fatto del genere avvenne nel 2013, neanche troppo tempo fa, e quello fu un anno in cui nessuno sopravvisse.
Naturalmente il Wwf si è già mobilitato e in una comunicazione ha già fatto sapere che chiederà alla Comunità internazionale l’istituzione di un’area protetta nelle acque dell’Antartide orientale. L’organizzazione ambientalista avanzerà la richiesta in occasione dell’incontro della Commissione per la conservazione delle risorse marine antartiche in programma a Hobart, in Tasmania, che si terrà proprio oggi.
«Non possiamo in alcun modo correre il rischio di aprire questa zona alla pesca esplorativa di krill che è l’alimento base dei pinguini», ha osservato Rod Downie, responsabile del Programma polare del Wwf Internazionale.
E ha concluso: «È cruciale che Commissione agisca ora, istituendo una nuova area protetta e proteggendo in questo modo la casa dei pinguini».