Sarà Pistoia la capitale italiana della cultura per il 2017, come ha annunciato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini che lo ha reso noto presso il Salone del Consiglio Nazionale del Mibact.
La città toscana ha avuto la meglio sulle altre candidate: Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Spoleto, Taranto e Terni.
«La sana competizione che si è innescata tra le città è importante e lo sarà sempre di più man mano che crescerà il numero delle località candidate, come accade per gli Oscar», ha dichiarato il ministro a proposito della vittoria di Pistoia, accolta con entusiasmo e sorpresa da tutti, e in particolare dall’assessore alla cultura di Pistoia Elena Becheri che, commossa, ha ringraziato tutti.
I criteri utilizzati per eleggere la città vincitrice sono stati tre: qualità informativa dei dossier presentati per la candidatura, grado di efficacia del progetto e, infine, sostenibilità.
La qualifica di città italiana della cultura è stata pensata per dare impulso alle capacità di progettazione, nella convinzione che la promozione della cultura possa essere un incentivo per migliorare l’economia e la coesione sociale.
Senza contare l’importanza del turismo, settore di una certa importanza in chiave di sviluppo economico e crescita culturale, il tutto mirando contemporaneamente alla valorizzazione dei beni culturali e alla tutela delle particolarità paesaggistiche.
In sostanza per Pistoia sono stati utilizzati gli stessi parametri di valutazione per l’attuale capitale italiana della cultura, Mantova. L’idea di questa sorta di concorso segue, sostanzialmente, la falsariga di ciò che avviene in Europa, ovvero l’elezione della capitale europea della cultura (quest’anno lo sono San Sebastian in Spagna e Breslavia in Polonia).
L’occasione per l’Italia in questo contesto si verificherà nel 2019, con Matera.
Nel frattempo però sono da apprezzare tutte quelle iniziative volte a promuovere il nostro Paese e il suo sconfinato patrimonio di bellezza, unicità, storia e cultura.
Foto di copertina: Enrico Nunziati.