Che gli italiani non siano accaniti lettori, stando alle classifiche annuali che puntualmente ci riservano gli ultimi gradini europei, è piuttosto chiaro. Ma che debba andare sempre in questo modo non è affatto detto, tanto che è in arrivo una novità che potrebbe partire dal settore dell’editoria accessibile.
La Fondazione LIA, acronimo che sta per “libri italiani accessibili”, lavora da 5 anni a Milano per sensibilizzare le case editrici italiane a pubblicare le loro opere in formato digitale (ebook) in modo che esse possano essere completamente fruibili anche dai ciechi e dagli ipovedenti. Negli anni passati, spiega Cristina Mussinelli, segretaria generale della Fondazione, «la maggior parte degli ebook sono stati pubblicizzati come tali e alla prova dei fatti lo erano in maniera quantomeno parziale».
Di qui, dal 2011, grazie al supporto dell’Associazione italiana editori e un finanziamento del Ministero dei beni culturali, la Fondazione ha lavorato per raggiungere l’obiettivo che si era posta, ossia fare in modo che gli ebook si attengano tutti a uno standard di accessibilità completa. Sono già 68 le case editrici che hanno aderito a questo progetto, tra cui le famosissime Mondadori e Rizzoli. L’iniziativa ha lanciato il catalogo online che può essere consultato e dove compaiono già i titoli già disponibili.
Cristina Mussinelli, in occasione di un incontro organizzato dall’Uic (Unione italiana ciechi) al Salone del libro di Torino, ha spiegato che «per ottenere una piena accessibilità il formato ePub, che oggi è lo standard universalmente adottato dagli editori, deve essere implementato in ogni sua funzionalità. In questo modo, il testo potrà essere agevolmente letto tramite “barra braille” o dispositivi di sintesi vocale; mentre in caso contrario il testo soffrirà di tutte quelle disfunzioni che, di fatto, hanno finora allontanato dalla lettura buona parte dei due milioni di ciechi e ipovedenti presenti in Italia».
Inoltre, proprio per evitare che ciechi e ipovedenti si allontanino dalla lettura, viste le difficoltà, la Fondazione LIA si sta spendendo da anni per organizzare dei seminari formativi che spieghino in che modo utilizzare l’ebook. Si tratta effettivamente di non isolare due milioni di disabili visivi che vivono nel nostro Paese e al contempo permettere un’effettiva crescita dell’editoria italiana, partendo proprio dalla sua accessibilità.