Un recente studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Science rivela una notizia che, se confermata da studi successivi, sarebbe una vera e propria boccata d’ossigeno per quanto riguarda la presenza boschiva sul nostro Pianeta.
Secondo lo studio, infatti, potrebbero esistere più foreste di quanto pensiamo e soprattutto nelle zone aride, dove puntualmente l’evaporazione supera, in quantità, le precipitazioni.
Se attualmente le formazioni silvestri occupano circa il 30% della superficie delle terre emerse, le immagini indagate dagli studiosi fanno pensare alla presenza di almeno un 10% in più del dato certo. Sembra che, appunto, le nuove formazioni siano state scovate all’interno delle cosiddette aree “sub-umide secche” e precisamente nelle praterie dell’America latina e in Canada, nella savana sudanese, nelle steppe dell’Europa dell’Est e in Siberia.
Jean-François Bastin, ricercatore presso l’università di Bruxelles e consulente della Fao, nonché il principale autore dello studio, ha spiegato: «Le stime precedenti si basavano su metodi classici, con una risoluzione media che andava dai 30 ai 250 metri. In questo modo era difficile differenziare chiaramente la vegetazione al suolo. Quest’ultima nelle zone considerate aride è infatti particolare, capace di adattarsi alla siccità perdendo le foglie durante una larga parte dell’anno, al fine di ridurre la traspirazione».
Al contrario, gli studi di Bastin, possono vantare una precisione inferiore al metro. Di conseguenza, dato il nuovo metodo di analisi, la superficie totale delle foreste potrebbe raggiungere un’estensione pari a 1,1 miliardi di ettari, vale a dire 467 milioni in più rispetto a quanto si pensava fino a ieri.
Per quanto – lo sappiamo bene – prima che un dato venga considerato definitivo, occorrano studi su studi, prove su prove, la nuova analisi del ricercatore Jean-François Bastin è stata ben accolta dal mondo scientifico e, in ogni caso, rappresenta un punto di partenza importante per ulteriori ricerche.