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Povere galline, chi non ha cervello è l’uomo

L’uovo è uno degli alimenti più completi in natura. Altamente nutriente, contiene tutti gli aminoacidi essenziali per gli esseri umani e un grande numero di vitamine. Vedi un uovo e pensi alla gallina, la immagini razzolante e felice che emette il suo “coccodè” soddisfatta dopo aver deposto il suo uovo giornaliero fresco. Ma la realtà è un po’ diversa da questa, a parte le uova della zia che amorevolmente cura le sue bestiole nel cortile della cascina, si intende.

Tutti ormai sappiamo che la tracciabilità è stampata sull’uovo stesso, ricordando che il tipo di allevamento è così codificato:

0 significa biologico, allevamento a terra e all’aperto delle galline con ampi spazi di razzolamento;

1 significa allevamento a terra all’aperto con spazi minori di quello biologico;

2 significa allevamento a terra in capannoni con luce artificiale che annulla quindi lo spazio temporale giorno/notte;

3 significa allevamento in gabbia.

Su quest’ultimo tipo di allevamento Animal Equality Italia ha denunciato la tremenda verità che si nasconde, ispezionando diversi allevamenti di animali in gabbie e presentando situazioni che definire orribili è riduttivo.

Nelle visite ai capannoni sono infatti state trovate galline stipate in gabbie di dimensioni così ridotte da non potersi muovere e non poter dispiegare minimamente le ali; molte di loro presentano patologie gravi come la perdita delle piume e la caduta della cresta; galline morte e ormai decomposte insieme alle compagne ancora vive e che continuano a deporre uova; uova infestate da larve e insetti.

Galline private per tutta la loro vita della luce del sole, costrette a stare in equilibrio su una superficie inclinata – in modo che l’uovo prodotto scivoli nello spazio apposito – la cui prigionia terminerà solo e soltanto quando la loro produzione di uova diventerà scarsa. Verranno tolte dalla gabbia, lasceranno le compagne per avviarsi al macello e ogni parte di quel corpo fisicamente e psicologicamente martoriato verrà utilizzato per mangimi e simili.

Solo in Italia il numero di questi animali che vivono in modo così alienante ammonta a 64 milioni, una cifra esorbitante. A combattere questa crudeltà ci prova quotidianamente Animal Equality Italia, l’associazione animalista che, tra le altre cose, chiede di firmare una petizione per contrastare questa tipologia di allevamento.

È possibile farlo qui, ma segnaliamo che aprendo il link partirà il video-rapporto veramente scioccante di cui abbiamo parlato con pudore, per rispetto degli umani e delle galline.

Published by
Patrizia Abello