Roma capitale anche della povertà, con la sua «ricchezza collettiva che appare in caduta progressiva». Questo il punto di partenza del rapporto della Caritas capitolina dal titolo “La povertà a Roma: un punto di vista”, un documento di 240 pagine pregne di dati, testimonianze e la sottolineatura delle maggiori emergenze sociali che riguardano la città tra cui «povertà socio-economica», «integrazione», «salute, dipendenze, disabilità» ed «educazione e cittadinanza».
Una povertà in crescita che è un vero allarme sociale perché riguarda la classe media, fino a poco tempo fa immune alla grande ondata di crisi che ha coinvolto il nostro Paese. Si tratta di cittadini diplomati, in ogni caso persone che nel giro di pochissimo tempo hanno dovuto abbandonare la tranquillità della propria vita e mettersi in fila per ricevere pacchi alimentari o consumare i propri pasti nelle mense della Caritas.
La fotografia scattata dalla Caritas diocesana e recentemente presentata alla Pontificia Università Lateranense con il Vicario di Roma, da monsignor Angelo De Donatis, spiega dunque chiaramente come quasi la metà dei nuovi poveri sia italiana.
Come spesso accade in questi casi, le fasce deboli della società sono anche le categorie più a rischio e che fino a questo momento stanno pagando il prezzo più alto della crisi: anziani, giovani disoccupati e famiglie con bambini disabili sono coloro che più annaspano tra le difficoltà. Va aggiunta un’emergenza abitativa attualmente senza pari in Italia – 30.000 le famiglie coinvolte – aggravata da occupazioni abusive, sfratti e richieste di alloggi popolari non soddisfatte da anni.
La povertà a Roma, secondo il documento Caritas, parla di un popolo costituito da circa 16.000 persone in condizioni di povertà estrema e senza fissa dimora.
Si è creata «una classe di nuovi poveri – spiega con chiarezza il rapporto Caritas – nelle periferie e nelle classi sociali meno abbienti, ma pure nella classe media» per via del complesso di servizi pubblici insufficienti e insoddisfacenti che non hanno fatto altro che gravare sulle spese già onerose delle famiglie.
A destare preoccupazione in maniera particolare è il dato che riguarda gli anziani: uno su tre a Roma è a rischio povertà. Non meno grave è la situazione giovanile, una generazione che non è in condizione di esercitare il proprio diritto al lavoro e, quando lo fa, è sempre confinata nella difficile situazione del precariato.
La povertà a Roma abita la strada: il 45% dei senza dimora ha origini italiane e il 33,5% è in possesso di un diploma di scuola superiore. Parliamo di persone che, documenta il rapporto, «fino a poco tempo fa, seppure in maniera borderline, risultavano incluse, capaci di condurre un’esistenza economicamente dignitosa e che all’improvviso si trovano ai margini».
La disabilità è un altro grave fardello che incide sulla povertà a Roma. I dati del rapporto indicano politiche inadeguate nelle scuole dove abbiamo 18.274 ragazzi disabili su un totale di mezzo milione di studenti.
Logica conseguenza di uno stato tanto precario è lo sfociare di tanto malessere sociale nelle più disparate forme di dipendenza tra cui droga, alcol e gioco d’azzardo.
Quest’ultimo, stando a Caritas Roma, ha prodotto 7,9 miliardi di euro nel corso del 2016, a riprova di un fatto consolidato e cioè che lotterie e scommesse prosperano dove esiste povertà, molto poco dove c’è benessere.
La povertà a Roma è un vero allarme e sradicarla significa intervenire prontamente a partire dalle fasce deboli della società. Caritas Roma invita a rafforzare le reti di volontariato, in grado di favorire e sollecitare relazioni e chiosa: «La nuova sfida è andare incontro all’altro».