Città più sane dal punto di vista della qualità dell’aria ma decisamente più rumorose. E’ questa la fotografia scattata dall’undicesimo Rapporto sulla Qualità dell’Ambiente Urbano, realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Ispra – Arpa/Appa).
Si tratta di un’indagine che racchiude i dati inerenti 85 aree urbane italiane e che prende ad esame nove aree tematiche: Popolazione e demografia di impresa; Suolo e territorio; Natura; Rifiuti; Acque; Qualità dell’aria; Trasporti e mobilità; Inquinamento acustico; Azioni e strumenti per la sostenibilità locale e per il clima.
Nel dettaglio, dall’analisi emerge un moderato trend di riduzione dei livelli di PM10, NO2 (biossido di azoto) nel 2014 rispetto agli anni precedenti, seppure gli standard normativi per la protezione della salute umana non siano ancora rispettati in molte aree analizzate.
I livelli di ozono continuano, infatti, a oscillare di anno in anno, soprattutto in conseguenza delle condizioni meteorologiche nella stagione estiva, restando nel 2014 e nel periodo estivo 2015, ben al di sopra degli standard normativi nella gran parte delle città.
A incidere sulla qualità dell’area è senza dubbio l’utilizzo del Trasporto Pubblico Locale, che nel 2014 ha mostrato livelli più alti rispetto al 2013 (l’incremento si concentra nei grandi comuni e in particolare a Napoli, Torino, Venezia, Bologna e Palermo), ma anche del car sharing, attivo nel 2013 in 19 città, e del bike-sharing, che quasi raddoppiato nel triennio 2011-2013.
Oltre al Rapporto e al Focus, dedicato all’inquinamento elettromagnetico, quest’anno sono state presentate anche le Linee Guida di forestazione urbana sostenibile, realizzate da Ispra e Roma Capitale.
La forestazione urbana, ovvero la gestione degli alberi e delle risorse forestali entro e attorno ai centri abitati, infatti, fornisce benefici non solo ambientali ma anche sociali ed economici. Con un patrimonio di circa 350.000 alberi presenti in viali, parchi e ville storiche, cui si aggiunge quello delle aree naturali protette capitoline, la città di Roma può vantare un patrimonio arboreo di tutto rispetto.
Nelle Linee guida di forestazione urbana sostenibile si sottolinea poi come alcune specie vegetali risultino più efficienti di altre nel rimuovere gli inquinanti presenti in atmosfera.
La scelta deve prendere in considerazione la finalità primaria dei nuovi impianti arborei: se l’obiettivo è la lotta ai cambiamenti climatici e l’incremento della biodiversità urbana e periurbana, sarà preferita la creazione di nuove aree boscate, mentre per l’abbattimento di inquinanti atmosferici o barriere antirumore la scelta progettuale riguarderà principalmente viali e parcheggi, se in ambito urbano, o fasce tampone lungo le maggiori infrastrutture stradali, se in ambito periurbano.
Per quel che concerne le polveri, inoltre, in linea generale, sempreverdi e conifere sono più efficienti delle latifoglie nel lungo periodo, avendo foglie persistenti e una elevata densità e superficie fogliare.
Riflettori accesi poi sul rumore che rappresenta un importante fattore di disturbo nella vita cittadina. Dai dati disponibili, si rileva che nelle 85 città considerate nel Rapporto, nel 2014 sono state effettuate 1332 attività di controllo, contro le 1602 del 2013, evidenziando una flessione rispetto all’anno precedente (-17%). Nel 2014, nel 52% dei controlli effettuati è stato rilevato un superamento dei limiti normativi di inquinamento acustico, mentre nel 2013 sono stati riscontrati superamenti nel 49% dei controlli.