Ogni anno la società di consulenza alle imprese Mercer, stila la sua classifica mondiale sulla qualità della vita nelle città del mondo. I parametri su cui si basa la lista sono la sicurezza, il tasso di criminalità, la qualità e l’efficienza dei trasporti pubblici, la sanità, l’istruzione, lo stato delle infrastrutture, la stabilità politica.
Cominciamo col dire che delle città italiane non troviamo traccia se non al 41° posto, con Milano. Mentre Roma si è piazzata al 57° gradino della scala. Duecentotrenta in totale le grandi città e metropoli prese in considerazione dallo studio: stravince Vienna che si conferma per l’ottavo anno consecutivo come città in cui si vive meglio. La coda della classifica, per ovvie ragioni, è Bagdad.
Secondo posto per Zurigo che viene premiata per la sua capacità organizzativa, la pulizia, l’ordine e la puntualità svizzera – è proprio il caso di dirlo – dei mezzi pubblici. Terza è Auckland, metropoli della Nuova Zelanda.
Poi, un inno tutto europeo, ad esclusione di Vancouver (5° posto) in cui troviamo Monaco di Baviera, Düsseldorf e Francoforte, per poi tornare in Svizzera ma a Ginevra, di seguito la danese Copenaghen e, sì, di nuovo, ancora Svizzera con Basilea.
Singolare come, prendendo in esame le prime dieci classificate, otto di queste siano città europee. Singolare perché sappiamo bene come il Vecchio Continente sia ancora impelagato nella crisi, con il conseguente rallentamento economico. Di contro, bisogna però ammettere come da tempo molte città europee abbiano dato segnali importanti di crescita, sviluppo e innovazione, partite dal basso per decollare verso vette di efficienza e sostenibilità, spesso anche grazie a capaci amministrazioni locali in grado di ripensare le loro metropoli con intelligenza e lungimiranza.
Allo studio viene data una particolare rilevanza alle infrastrutture, coerentemente con il modo di vivere attuale, che chiede puntualità ed efficienza negli spostamenti e la riduzione dei disagi che compromettono la qualità della vita.