Buone notizie sul fronte green. Nel nostro Paese aumentano i Comuni “rifiuti free”, quelli che oltre ad essere ricicloni, hanno deciso di mirare sulla riduzione del residuo non riciclabile da avviare a smaltimento. Sono 525, contro i 356 del 2015, le realtà che superano il 65% di raccolta differenziata e producono meno di 75 kg annui per abitante di rifiuto secco indifferenziato, pari al 7% del totale nazionale, per una popolazione che rasenta i 3 milioni di cittadini. Di questi 525 Comuni virtuosi, 255 possiedono un sistema di tariffazione puntuale e 136 uno normalizzato. A rilevarlo è il rapporto “Comuni ricicloni 2016” di Legambiente e presentato ieri a Roma in occasione della terza edizione del Forum Rifiuti 2016 in cui sono stati premiati i Comuni rifiuti free.
Dal report si legge che a livello geografico il Nord Italia risulta essere al primo posto della classifica con i suoi 413 Comuni rifiuti free, pari al 79% del totale. Segue il Sud con 87 municipi (pari al 17% del totale) e il Centro con 25 (pari al 5%). Le regioni che superano la media nazionale del 7% di rifiuti free rispetto al totale sono invece: il Veneto (con il 35% di Comuni rifiuti free), il Friuli-Venezia Giulia (29%), il Trentino-Alto Adige (17%) e la Campania (9%). Mancano nella classificazione solo Valle d’Aosta, Umbria, Puglia e Sicilia in cui risultano assenti Comuni con alta percentuale di differenziata e bassa produzione di rifiuto secco residuo.
Quattro sono le regioni che superano la media nazionale del 7% di rifiuti free rispetto al totale. Primo il Veneto con 204 Comuni liberi dai rifiuti, seguito dalla Lombardia con 76 Comuni. Poi vi è il Friuli-Venezia Giulia con 63 Comuni, il Trentino Alto Adige con 56 e la Campania con le sue 50 realtà virtuose su 550 Comuni totali. Retrocede invece il Piemonte che quest’anno conta solo 8 Comuni rifiuti free.
Al di là dei territori più virtuosi ci sono anche le tante esperienze delle gestioni consortili che testimoniano la loro efficacia: a guidare la classifica dei consorzi rifiuti free al di sopra dei 100 mila abitanti vi è il Consiglio di bacino Priula (Tv) che può vantare per i suoi 556 mila abitanti quasi l’83% di differenziata a fronte di poco più di 50 kg/abitante/anno di secco residuo. Tra quelli al di sotto dei 100 mila abitanti troviamo invece Amnu, in provincia di Trento, con quasi 43 kg/abitante/anno.
Riguardo alle buone prassi evidenziate nel rapporto si distingue quella dell’Emilia Romagna con il sistema di penalità e premialità della nuova legge regionale; la città di Parma in prima linea nella tariffazione puntuale e l’esperienza della raccolta porta a porta intrapresa a Catanzaro, in Calabria. Infine, pratiche positive anche per quanto concerne i capoluoghi del Nord come Belluno e Pordenone e le medie e le piccole città come Empoli, Conegliano (Treviso) o Baronissi (Salerno).
Come ha dichiarato Rossella Muroni, presidente nazionale di Legambiente: «I risultati emersi in questa nuova edizione del nostro rapporto sono assolutamente incoraggianti. Quella dei Comuni ricicloni e soprattutto dei quelli rifiuti free è una rivoluzione e una riforma anti-spreco che fa bene al Paese, perché dimostra che l’economia circolare è già in parte in atto e che un’Italia libera dai rifiuti è un sogno realizzabile».