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Rapporto Onu sulla felicità: Italia solo 50esima

Il rapporto Onu “World Happiness” (felicità mondiale) gela l’Italia: non siamo poi così felici. Eppure mangiamo e beviamo autentiche delizie tutti i giorni, i nostri variegati paesaggi sono in grado di togliere il fiato all’amico più logorroico, musei a cielo aperto (e non) li troviamo ovunque, ridiamo insieme al barista, alla signora sull’autobus, siamo chiacchieroni e sembriamo quasi sempre contenti. E c’è anche Papa Francesco.

Giustamente si potrebbero muovere una gran quantità di opposizioni: la crisi, la politica, la disoccupazione, i disservizi e le file chilometriche quando devi pagare una bolletta perché sei di quelli che “no, io di internet non mi fido”. Però, onestamente, occupare il 50° posto su una scala che si estende fino alla 157esima posizione, non ce lo saremmo aspettati.

Su che parametri si è basata l’Onu? Ne ha scelti sei: salute, mancanza di corruzione, aspettativa media di vita, generosità, libertà di scelta e presenza di qualcuno su cui poter contare. Sembra anche che in questa occasione il rapporto sia stato più preciso del solito in quanto la classifica si è avvalsa della partecipazione di tre fonti: i sondaggi Gallup, i dati indicati dagli Stati e la partecipazione dell’organismo internazionale per lo sviluppo OECD.

Il biennio di riferimento è quello 2013-2015 e, tanto per cambiare, ai primi posti della classifica troviamo i Paesi del Nord Europa e nello specifico la Danimarca e la Norvegia. Al terzo, la sempre puntuale Svizzera, per poi tornare di nuovo a nord dove seguono i Paesi Bassi e la Svezia. Il primo Stato non europeo della classifica è il Canada, con un buon sesto posto.

Per rintracciare l’Italia bisogna superare Malesia, Uzbekistan e Nicaragua dove sono più felici di noi, ma per un pelo. Francesi, tedeschi e statunitensi non se la passano per niente male ma comunque niente a che vedere con le prime dieci posizioni. Il problema maggiore dei paesi economicamente più forti pare essere la salute mentale: è stato infatti registrato un forte incremento di casi di depressione e psicosi. Il dato allarmante è che entrambe le malattie vengono trascurate in un caso su tre.

Fa piacere notare una ripresa dell’Africa Sub Sahariana e dell’America Latina che guadagnano posizioni rispetto all’andamento registrato nel biennio 2005-2007.

Ora, sottovalutare questo rapporto Onu sarebbe un errore: la felicità è un fattore fondamentale per la crescita economica e il buon funzionamento di un Paese. Sarebbe auspicabile prenderne atto.

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Redazione