Partenariato pubblico / sociale

Relazione annuale sulla Strategia Nazionale per le Aree Interne

Non mi pare che la notizia sia stata valorizzata come meriterebbe, a riprova che il tema delle aree interne, a dispetto delle dichiarazioni di rito e della solita litanìa in occasione di disastri naturali, non riesce ad arrivare al grande pubblico e neppure al cuore dei decisori politici. Il Ministro per la Coesione Territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti nei giorni scorsi ha presentato al Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica la Relazione annuale sulla Strategia Nazionale per le Aree Interne.

68 aree progetto a dicembre 2016, 1.043 comuni cioè il 24,9% di tutti i comuni italiani classificati come aree interne, con 2.026.299 abitanti e una superficie complessiva di 49.103 kmq.  Uno stanziamento di 190 milioni di euro dalle leggi di stabilità 2014, 2015 e 2016 per gli interventi a sostegno del miglioramento dei servizi sul territorio.

In proposito l’On. Enrico Borghi, già coordinatore nazionale della Strategia Nazionale Aree Interne, ha dichiarato: “Innovazione dal basso, nuova agricoltura, idee per il rilancio delle Alpi e del martoriato Appennino, partendo dalle comunità locali come guardiane del territorio in una funzione nazionale”. “Dentro le strategia d’area – prosegue Borghi – sta nascendo un’idea d’Italia fatta di cambiamento, economia sostenibile e voglia di farcela. Il tutto dentro uno schema di collaborazione tra lo Stato centrale, che dimostra di esserci, le Regioni e gli enti locali. Un messaggio positivo: dalle aree interne si ricostruisce l’identità e il senso di comunità di un Paese straordinario e fragile come l’Italia”.

Di seguito la presentazione della Sintesi della Relazione, curata dal Consigliere Vincenzo Donato, Capo Dipartimento delle Politiche di Coesione. Per consultare il testo integrale si rinvia alla pagina web.

 

Relazione annuale al CIPE sulla Strategia Nazionale per le Aree Interne – sintesi

La Relazione da evidenzia dell’attività svolta nel periodo compreso fra luglio 2015 e settembre 2016 dal Comitato Tecnico Aree Interne con le Regioni e le oltre mille amministrazioni locali impegnate nella Strategia Nazionale Aree interne (SNAI) che hanno condotto un intenso lavoro di costruzione delle strategie d’area, per definire fasi e modalità operative d’attuazione, chiudere gli accordi intercomunali, diffondere la consapevolezza e l’interesse intorno alla Strategia.

La prima parte della relazione è dedicata agli avanzamenti delle diverse aree finanziate, rispetto agli adempimenti di costruzione della strategia d’area. Partendo dalle cinque aree che hanno visto approvata la propria Strategia d’area – (Alta Valtellina, Valchiavenna, Antola Tigullio, Appennino Basso Pesarese – Anconetano, Casentino-Valtiberina) – e dalle 19 che hanno chiuso il “documento di intenti”, ovvero il Preliminare di Strategia, vengono estrapolati i tratti distintivi comuni e le scelte dei territori.

Molte di queste aree immaginano il loro futuro legandolo ad un rilancio del binomio agricoltura e turismo, ponendo al centro il ripristino del paesaggio come sintesi della cultura locale, e cercando di puntare sui nuovi abitanti di queste aree, giovani, “rientranti”, stranieri, tutti soggetti portatori di nuove competenze. In altre aree, invece, la costruzione della Strategia sembra ispirarsi ad una nuova visione di loro stesse, proprio a partire da un forte ripensamento dei servizi per la cittadinanza. Si tratta di quelle aree che hanno deciso di ripensare il proprio futuro passando – per esempio – per un forte investimento sul capitale umano (scuola) e /o per una nuova maniera di concepire la propria area come sistema territoriale omogeneo, facilitando gli spostamenti interni da un comune all’altro (ripensamento del TPL) e quelli esterni verso i poli d’attrazione (ospedali vicini o città di riferimento), il tutto trainato da una filiera coerente di interventi.

Sempre in questa prima parte si dà conto della conclusione del processo di selezione delle 68 aree, definendo il perimetro su cui concentrare l’intervento della SNAI nel periodo 14-20. Nel periodo coperto da questa relazione, il Comitato e le Regioni hanno completato la selezione delle aree, passando dalle 55 aree selezionate a luglio 2015, fino alle 68 selezionate a Dicembre 2016, mentre si sta lavorando anche alla selezione di una sessantanovesima area. Trattasi di 1.043 comuni, con 2.026.299 abitanti e con una superficie complessiva di 49.103 kmq. Le aree selezionate rappresentano 24,9% di tutti i comuni italiani classificati come Aree Interne; e il 12,9% dei comuni italiani; il 15,3% della popolazione residente in aree interne e il 3,4% della popolazione nazionale.

Infine viene dato conto del contributo che la Strategia Nazionale Aree Interne sta dando al processo di gestione associata intercomunale dei servizi da parte dei comuni. Tutti i comuni delle aree-progetto selezionate nell’ambito della definizione della SNAI, si sono effettivamente strutturati per realizzare sistemi locali intercomunali permanenti, come richiesto dall’Accordo di Partenariato 2014-2020; hanno individuato la forma organizzativa più idonea alla propria realtà territoriale e alle proprie esigenze e istanze; hanno guardato al modo più funzionale per il raggiungimento dei risultati di lungo periodo prodotti dagli interventi collegati alla strategia adottata.

A seguire nel secondo capitolo, vengono presentati i bisogni individuati, le prime scelte strategiche e le prime opzioni di intervento verso le quali le aree selezionate si stanno orientando, per il miglioramento dell’organizzazione e della fruibilità dei servizi di cittadinanza- scuola, salute e trasporti- in favore delle Comunità attive nella Strategia.

Nel dettaglio, le scelte dei territori per il miglioramento dei servizi all’istruzione sono riconducibili agli ambiti del sottodimensionamento delle strutture scolastiche; della qualità della didattica e dei modelli pedagogico innovativi nonché dell’orientamento dell’offerta formativa alle vocazioni territoriali; della stabilità e formazione del personale docente; infine, dei livelli di competenza degli studenti e valutazione.

Per quanto riguarda il tema salute, partendo dalla presentazione degli elementi di attenzione per l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) di ciascuna area, le scelte dei territori, in linea con il documento di indirizzo “Le aree interne nel contesto del Patto per la Salute 2014-2016 e degli Standard sull’Assistenza Ospedaliera” elaborate dal Ministero della Salute, vengono ricondotti a tre ambiti di intervento: le nuove forme per la presa in carico del paziente cronico, l’assistenza sanitaria e l’integrazione sociosanitaria nonché l’umanizzazione delle cure; le iniziative volte ad aumentare sempre più la continuità ospedale-territorio, la riduzione dei ricoveri inappropriati e il maggior ricorso ai servizi territoriali; ed infine le iniziative volte alla miglioramento della rete dell’emergenza urgenza.

Da ultimo si riportano le azioni d’intervento delle aree in tema di mobilità e trasporti per gran parte coerenti con le indicazioni metodologiche contenute nelle Linea Guida dei Trasporti. Gli interventi sono raggruppati per macro-ambiti: lo sviluppo dei servizi di trasporto, il potenziamento dei servizi di TPL per i lavoratori, la manutenzione stradale e messa in sicurezza, l’accessibilità specifica agli attrattori turistici del territorio tramite reti e percorsi ciclabili ed, in misura minore, sulla riqualificazione di percorsi pedonali e allo sviluppo di soluzioni innovative nel TPL, l’integrazione modale, il trasporto delle merci.

Il terzo capitolo è dedicato alle risorse finanziarie attribuite alla Strategia Nazionale Aree interne e a come le scelte di programmazione effettuate in favore delle aree interne permettano di far fronte ai bisogni progettuali emersi dai territori. Sul primo tema relativo alle risorse, si descrive il totale delle risorse nazionali (ex legge di stabilità) disponibili in favore degli interventi a sostegno del miglioramento dei servizi nelle aree interne – 190 milioni di euro derivanti dalle attribuzione fatte dalle Leggi stabilità 2014, 2015 e 2016, e autorizzate dal Fondo di rotazione (legge n. 183 del 1987) nella misura di 16 milioni di euro per l’anno 2015, 60 milioni di euro per l’anno 2016, 94 milioni di euro per l’anno 2017 e 20 milioni di euro per l’anno 2018. Si fa poi un approfondimento sui criteri e le modalità di attribuzione delle risorse della Legge di stabilità 2015.

A queste risorse vanno sommate le risorse che le Regioni hanno appostato sui programmi comunitari (PO FESR; FEASR e FS). Nel caso delle cinque aree che hanno chiuso la Strategia si riportano due esempi relativi alle strategie approvate utili a rendersi conto dell’effetto leva che producono i fondi stanziati dalla Legge di Stabilità: a fronte dei 3,7 milioni di euro per investimenti in miglioramento dei servizi, per l’area della Valtellina, area pilota della regione Lombardia, sono stanziati 9,5 milioni di euro a valere sul FESR, 2,8 milioni di euro a valere sul FEAR e 3,7 a valere sul FS per un totale di 19,8 milioni di euro. Egualmente nel caso del Basso Pesarese, area pilota della Regione Marche, a fronte dei 3,7 milioni di euro allocati per il miglioramento dei servizi, sono stati stanziati 2,5 di FESR, 2 di FEASR e 1,2 di FS, ovvero un totale di 9,4 milioni di euro.

Sul tema della programmazione, si rappresenta il disallineamento tra la programmazione regionale e le esigenze progettuali che di frequente emergono attraverso il processo di co-progettazione nelle aree riportando alcuni fattori responsabili dello scostamento. A seguire si descrivono le modalità di partecipazione dei Programmi di Sviluppo Rurale regionali alla Strategia che possono essere ricondotte a tre tipologie: 1) un gruppo di otto regioni indica l’impiego di misure singole del PSR, 2) un gruppo di cinque regioni sceglie l’approccio Leader e infine 3) un gruppo di sette regioni sceglie di combinare entrambe le modalità (misure singole e approccio Leader).

Il quarto capitolo è rivolto allo strumento dell’Accordo di Programma Quadro sottoscritto a valle dell’approvazione del documento di Strategia d’Area, nonché della verifica da parte del Comitato del pre-requisito istituzionale sulla gestione associata di servizi e/o funzioni dell’area. In primo luogo si espongono le principali motivazioni di scelta dell’impiego di questo strumento: 1) garantisce il raccordo fra i diversi livelli di governance attraverso il coordinamento delle azioni delle diverse Amministrazioni coinvolte; 2) capacità di semplificare e snellire l’iter procedurale per la realizzazione degli interventi. Successivamente si racconta il percorso che ha portato alla bozza standard di testo dell’APQ “Aree Interne” sottolineando che si tratta è una proposta semplificata delle esperienze condotte dalle Regioni e dal Dipartimento per le Politiche di Coesione, nonché l’esito del fruttuoso confronto sia tra il Comitato e le Regioni sia tra le Amministrazioni centrali partecipanti nel Comitato. Seguendo il testo dell’APQ “Aree Interne” si espongono i contenuti delle premesse, di ciascun articolato e di ciascun allegato.

Infine, data la forte attenzione alla trasparenza dei processi e all’intenzione di renderli quanto più possibile partecipativi, il quinto e ultimo capitolo descrive i canali di comunicazione adottati dalla Strategia. Nel dettaglio i focus group e le attività di scouting propri della fase di co-progettazione, la sezione Aree Interne del sito web dell’Agenzia per la Coesione territoriale con lo scopo principale di rendere disponibile e tracciabile, per ciascuna regione, il percorso di selezione e progettazione delle diverse aree interne, la piattaforma web “Cittadini nelle Aree Interne” luogo di condivisione e di discussione delle esperienze di chi ha già realizzato progetti di sviluppo nelle aree interne d’Italia, il Forum Aree Interne la cui prossima edizione è prevista per l’inizio del 2017, come momento importante di informazione e di consultazione pubblica sullo stato di attuazione della Strategia Nazionale Aree Interne, e, infine, la partecipazione del Comitato a eventi e incontri nazionali e internazionali.

La relazione termina con gli allegati: in particolare l’allegato 1 riassume i contenuti della Strategie d’area approvate, l’allegato 2 elenca gli interventi in campo sanitario proposti dai territori e l’allegato 3 rappresenta per ciascuna area gli ambiti di intervento in tema di mobilità e trasporti.

 

Published by
Valerio Roberto Cavallucci