Presto cominceranno le trivellazioni al largo della costa adriatica dal momento che il Consiglio di Stato ha ufficialmente bocciato il ricorso che era stato presentato dalla Regione Abruzzo, con il supporto della Puglia, contro il ministero dell’Ambiente e la società Spectrum Geo ltd. Si chiedeva di non procedere alle trivellazioni per l’estrazione del gas lungo un perimetro costiero di centinaia di chilometri che dall’Emilia Romagna passerà per Marche, Abruzzo, Molise fino alla Puglia.
La motivazione espressa dall’Abruzzo nel suo ricorso sulla cessazione dei lavori era di tipo precauzionale. Vi si sosteneva che non ci fossero prove scientifiche che la tecnica di trivellazione scelta – vale a dire l’air gun, l’esplosione di onde sismiche sottomarine per mezzo di cannoni ad aria compressa – non avesse conseguenze negative sull’ecosistema marino.
Ma il Consiglio di Stato ha considerato questa tesi «infondata e in parte inammissibile». Com’era lecito supporre, la delusione da parte dei sostenitori del ricorso si è fatta sentire. In particolare, i Verdi, hanno reagito con molta durezza: «La possibilità di ispezionare i fondali marini con la tecnica air gun è un regalo lasciato dal ministro Galletti a favore dei petrolieri e a scapito dell’ambiente. Giustamente le regioni Abruzzo e Puglia hanno fatto ricorso sia al Tar sia al Consiglio di stato e le risposte negative arrivate non devono fermare il tentativo di bloccare questa tecnica particolarmente dannosa per gli ecosistemi marini».
Stizzito anche il presidente del Consiglio regionale pugliese Mario Loizzo secondo cui «continuare a puntare sulla ricerca degli idrocarburi nell’Adriatico non è un errore, è pura follia che può solo far danni».
Certamente la decisione del Consiglio di Stato consolida, per il futuro, la possibilità di ulteriori trivellazioni nei nostri mari. Una decisione che in ogni caso fa seguito al referendum del 17 aprile 2016 quando l’abrogazione di questa prassi non ottenne il quorum necessario.
È opportuno ricordare come nel settembre scorso il ministero dell’Ambiente avesse dato tre nuove autorizzazioni a procedere per trivellazioni nelle coste della Puglia. Due – per la Global Med – erano destinate al golfo di Taranto, mentre la terza – per la Global Petroleum limited – a Bari. Pochi giorni dopo il ministero dello Sviluppo economico aveva sospeso per 6 mesi le autorizzazioni per permettere analisi sulla tutela delle coste. I sei mesi stanno per scadere ma, di fatto, il Consiglio di stato ha dato già il suo assenso alle trivellazioni.