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Rettili che cambiano sesso, colpa del surriscaldamento globale

Che il surriscaldamento globale stia causando considerevoli e ripetuti danni all’ambiente, alla salute dell’uomo e di tutto il Pianeta, non è certo un mistero. A più riprese abbiamo dato conto di ricerche e studi scientifici di un certo valore che sottolineavano l’urgenza di intervenire attraverso azioni ben pianificate da parte dei governi mondiali che però purtroppo hanno portato a poco o nulla di fatto.

La Terra, profondamente malata, continua a mostrare i sintomi di una malattia che ogni giorno cronicizza, fino a mostrare ferite forse non più sanabili o situazioni che hanno del paradossale, degne di un romanzo di fantascienza.

Sentite questa: un team di scienziati australiani ha scoperto che, proprio a causa del riscaldamento globale e dello stress derivante dal caldo eccessivo, diversi rettili stanno cambiando sesso. I ricercatori sono riusciti nell’impresa di identificare una particolare traccia molecolare molto sensibile alle alte temperature nell’ambito di una famiglia di geni che, a sua volta, controlla l’espressione di molti altri geni.

Lo studio, pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Scienze Advances e condotto dalla studiosa Clare Holleley, mostra come, per quanto i geni a livello cromosomico indichino la nascita di un maschio all’interno dell’uovo, le alte temperature siano in grado di interferire con gli stessi cromosomi. Risultato: anziché maschi i rettili nascono femmine.

È l’esempio del drago barbuto (Pogona barbata) che, come spiega Clare Holleley, «ha cromosomi sessuali simili agli uccelli, che determinano il genere a temperature normali. Ma in temperature alte gli embrioni con cromosomi sessuali maschili cambiano sesso e nascono femmine. Quando si arriva a una temperatura di incubazione di circa 36 gradi, il 100% della prole sarà femmina».

Appare molto chiaro come questo studio lasci intuire che non siano solo i rettili ad essere vittime di uno stress ambientale tanto forte ma anche altre specie, come ad esempio gli alligatori o le tartarughe. Tuttavia, se prima si procedeva per ipotesi, ora la situazione è radicalmente cambiata perché di fatto questa è la prima volta che un fenomeno scientifico viene spiegato.

Dopo numerosi e ripetuti studi sulle molecole di acido ribonucleico (Rna) dei draghi barbuti funzionalmente femmine ma geneticamente maschi, il team di scienziati ha effettuato molte comparazioni di queste molecole con l’acido ribonucleico di normali maschi e femmine. Di qui la svolta e la scoperta: «Abbiamo osservato che le femmine di sesso invertito producono un messaggio unico, con un Rna che trattiene una parte di sequenza, e di conseguenza il gene non produce una normale proteina. Si tratta di uno specifico percorso molecolare e genetico che causa una determinazione del sesso dipendente dalla temperatura. In un certo modo, questo mette i bastoni fra le ruote quando si tratterebbe di produrre un maschio».

 

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Redazione