Mercoledì scorso, con 239 voti favorevoli dei gruppi di maggioranza e 78 voti contrari (M5S, Forza Italia e SI-SEL), la Camera dei Deputati ha approvato in terza lettura e in maniera definitiva la legge delega al Governo per la “Riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del Servizio civile universale” (leggi l’articolo). Abbiamo raccolto riflessioni e commenti rilasciati, a caldo, da esponenti del mondo politico e del Terzo settore.
«La riforma del Terzo settore è un’altra sfida vinta. Un percorso ad ostacoli durato circa due anni e fatto di dialogo, audizioni, coinvolgimento, integrazioni, ma che credo raccolga le istanze che in questi anni le associazioni, le cooperative, le imprese sociali, gli enti e i giovani ci hanno trasmesso», ha dichiarato Luigi Bobba, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. «È stato un viaggio per lo Stivale che coinvolge 300 mila organizzazioni non profit, per un valore di 63 miliardi di euro nel solo 2011, ma anche 6,63 milioni di italiani, vero motore del Terzo settore. Uno sforzo che ha colto tutte, le tante criticità che hanno impedito al Terzo settore di essere il volano sociale, ma anche economico, del nostro Paese, perché spesso ingessato in un abito stretto e burocratico. Una “carta d’identità” che aiuta a configurare e tracciare il perimetro del Terzo settore, che comporterà anche un Registro Unico Nazionale, suddiviso in specifiche sezioni. Uno strumento il più possibile trasparente, accessibile e continuamente aggiornato. Le novità sono davvero tante, penso alla riforma dei Centri di Servizio per il Volontariato, oppure all’ introduzione di misure agevolative volte a favorire gli investimenti delle imprese e delle cooperative sociali, all’istituzione del Servizio Civile Universale, alla revisione dei criteri di accesso all’istituto del 5 per mille, alla nascita della Fondazione Italia Sociale. La decisione del Governo di investire in questo ambito è tangibile, anche in termini economici, se si pensa non solo agli stanziamenti nella Legge di Stabilità (140 milioni nel 2016, 190 per il 2017 e il 2018), ma anche al Fondo per sostenere i progetti delle associazioni delle organizzazioni di volontariato. Con questa riforma, e con i successivi decreti legislativi si dà piena attuazione a quanto previsto dall’articolo 118 della Carta Costituzionale ovvero l’impegno programmatico delle istituzioni della Repubblica nel favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini per lo svolgimento di attività di interesse generale».
«Con il voto definitivo della Camera l’Italia valorizza e riorganizza il variegato mondo del non profit, un insieme di soggetti che svolgono un ruolo strategico fondamentale per uno sviluppo sostenibile, comunitario e partecipato» afferma la vice presidente della Camera, Marina Sereni che aggiunge, «questa riforma, avviata due anni fa, ha coinvolto più di mille soggetti in una consultazione pubblica da cui abbiamo tratto molte idee e suggerimenti. I punti qualificanti della delega sono molti e ora ci impegneremo perché presto arrivino i decreti attuativi».
«In soli due anni da quando ho proposto alla segreteria del mio partito il Servizio civile universale, siamo arrivati a renderlo legge. È il modo migliore per festeggiare i 15 anni della nascita del Servizio civile volontario», sostiene Francesca Bonomo, responsabile Servizio civile e deputata del Pd.
Edoardo Patriarca parlamentare Pd e presidente del Centro Nazionale per il Volontariato, nella dichiarazione finale alla discussione parlamentare spiega che «una legge delega che valorizza e finalmente riconosce il valore strategico che assume oggi il Terzo settore nella vita del Paese: nel sociale, nello sport, nel culturale, ambientale e non da ultimo anche economico. Il testo che oggi andiamo ad approvare ha il valore di una vera e propria riforma costituzionale. Un vero processo di pubblicizzazione, l’allargamento dello spazio pubblico ai tanti soggetti che sul territorio agiscono per la solidarietà, per il bene comune svolgendo opere di utilità sociale e di cittadinanza attiva. Una nuova cornice fiscale, una nuova alleanza con le istituzioni, trasparenza, uso corretto delle risorse, l’esperienza rilanciata del servizio civile per più di 100.000 giovani. E poi ancora nuove imprese sociali non contrapposte, semmai giustapposte ad altre forme imprese, che in tal modo arricchiranno il tessuto produttivo del paese rendendolo più efficiente e più socialmente responsabile. Abbiamo dato risposta a richieste che sono state disattese per decenni. Per noi è un giorno di festa».
Nella sua qualità di presidente dell’Istituto Italiano della Donazione Edoardo Patriarca ha inoltre dichiarato: «È una legge che propone una nuova cornice fiscale finalmente chiara per il mondo del Terzo settore, di sostegno alle sue attività e che, al contempo, chiede alle organizzazioni trasparenza, democrazia interna, buona gestione delle proprie risorse. Chi tradisce la fede in nome della solidarietà, sfruttando i poveri, utilizzando le fragilità per scopi personali verrà perseguitato con chiarezza e rigore. Solidarietà sta con legalità, solidarietà sta con trasparenza, solidarietà sta con uso corretto delle risorse, sta con capacità di farsi misurare dai cittadini e verificare l’impatto delle proprie iniziative sui territori. L’Istituto Italiano della Donazione, lavora da più di 10 anni per migliorare il livello di trasparenza delle organizzazioni non profit che vi aderiscono e non può che salutare con grande favore una riforma che punta alla responsabilizzazione del settore e incentivi i meccanismi di controllo e vigilanza. L’IID con la sua esperienza maturata sul campo si mette a disposizione, insieme alle reti, per essere d’aiuto nel promuovere e incentivare la capacità delle Associazioni di rendicontare».
Patriarca ha aggiunto: «L’Italia aveva già dato un segnale di sensibilità e attenzione rispetto ai temi della donazione e della solidarietà. Ricordo che nel luglio dell’anno scorso il Parlamento ha approvato la legge 110 del 2015 che prevede il 4 ottobre di ogni anno di festeggiare insieme ai territori, alle nuove generazioni e alle istituzioni il Giorno del Dono. L’Italia è il primo e unico Paese che riconosce e legittima, con una legge, l’importanza del dono».
Passando alla questione del Servizio civile universale Edoardo Patriarca ha affermato: «Il servizio civile, che potrà essere riconosciuto a fini formativi e lavorativi, è un’esperienza che potrà essere proposta a tutti coloro che lo richiederanno, probabilmente a più di 100 mila giovani, una vera e propria leva civica, esperienze concrete, formazione, acquisizione di abilità e competenza utile anche nel mercato del lavoro, impegno civile, la scoperta che la dimensione comunitaria è una dimensione costitutiva della propria crescita personale».
Pietro Barbieri, portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore sottolinea come si tratti di «un risultato positivo e molto importante per le migliaia di organizzazioni, associazioni, imprese e cooperative che costituiscono il Terzo settore perché ne definisce anzitutto natura, ambiti di azione, finalità e confini, consegnandoci una definizione giuridica chiara e unitaria, finora assente. Il testo licenziato è più equilibrato di quello proposto ad inizio percorso, nel quale prevaleva un forte sbilanciamento a favore degli aspetti economici, e a svantaggio della vera essenza del Terzo settore: luogo e spazio di aggregazione e partecipazione per milioni di cittadini attivi e bacino di solidarietà, civismo e coesione».
Maria Pisani, portavoce del Forum Nazionale dei Giovani, ha dichiarato: «La riforma del Terzo settore è finalmente stata approvata, una buona notizia che accogliamo con grande soddisfazione. Anche se bisognerà aspettare i decreti attuativi, siamo contenti che questa riforma, dopo un lungo percorso e il classico ping-pong tra Camera e Senato, abbia finalmente visto l’approvazione del Parlamento. Grazie a questa riforma, 100 mila ragazzi italiani potranno scegliere di impegnare un periodo della loro vita per tutelare i beni del nostro Paese nei campi dell’istruzione, della sanità, dell’ambiente, dell’integrazione, dello sviluppo e della valorizzazione del patrimonio culturale. Il protagonismo delle associazioni italiane è stato premiato con uno scatto in avanti importante a favore del mondo del Terzo settore. Per il Forum Nazionale dei Giovani, che rappresenta una platea di oltre 4 milioni di giovani, è un ottimo risultato che ci permetterà di guardare al futuro delle nostre realtà, nazionali e territoriali, con maggiore ottimismo e fiducia».
Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà – Confcooperative, sottolinea che «il nuovo testo accoglie le richieste avanzate dalle organizzazioni del Terzo settore, dalle cooperative sociali e dalle imprese sociali riguardo la modifica del Codice civile per la parte che riguarda associazioni e fondazioni, rimasta tale e quale da 74 anni: dal 1942; i cambiamenti alla disciplina dell’impresa sociale, che in 10 anni non ha dato i risultati auspicati, e infine la riforma del servizio civile, che potrà essere una leva importante per l’impegno dei giovani, anche stranieri».
«Il percorso non è stato breve, ma il testo cui si è infine giunti è certamente più equilibrato rispetto al punto di partenza», dichiara Paola Menetti, presidente nazionale Legacoopsociali. La legge prevede tra l’altro una definizione inequivoca dell’Impresa Sociale come soggetto di Terzo settore. «Questo è un aspetto per noi particolarmente positivo, ed un approdo cui l’esperienza concreta della cooperazione sociale italiana ha dato un contributo sostanziale», aggiunge Menetti.
«È importante ora che, a partire dai decreti attuativi, si persegua in concreto e con coerenza l’obiettivo che ha ispirato la legge: sostenere l’impegno e l’autorganizzazione dei cittadini, in ambito sociale, civile ed economico come elemento strutturale per una prospettiva di sviluppo sostenibile del Paese, in cui possano crescere insieme l’economia, le comunità e le persone».
«L’approvazione della Riforma del Terzo settore», ha dichiarato Stefano Granata, presidente di CGM, «pensiamo sia sicuramente un passo avanti nel processo di creazione di un terreno favorevole per la diffusione di un nuovo modo di fare impresa e che accogliamo con piacere. Questo sicuramente contribuirà a fare un po’ di ordine in un comparto che per troppo tempo è rimasto fuori dalle agende che contano e che, ad oggi, vale 65 miliardi di euro (il 5% del Pil). Ci auguriamo», continua Granata, «che questo primo passaggio, unito a un numero crescente di iniziative che puntano a promuovere investimenti ad impatto sociale, possa contribuire a indirizzare uno sviluppo economico sempre più basato su concetti come la sostenibilità, l’equità e l’inclusività. Diamo atto dello sforzo profuso e ci auguriamo che il cammino intrapreso possa, presto, completarsi anche attraverso un confronto e una condivisione sempre più frequente con altre esperienze, in primis di tutti i 28 Paesi membri dell’Unione Europea e non solo. Da parte nostra», conclude Granata, «continueremo a dare il nostro contributo, non solo in termini di idee e di spunti, ma attraverso la costante promozione di attività di interesse generale e a favore della comunità».
«(…) tre elementi in particolare motivano la soddisfazione di CSVnet. Il primo attiene allo sguardo con cui la riforma considera i volontari e il volontariato e il conseguente impegno a sostenerne ruoli e funzioni: ciò rappresenta un segno della civiltà giuridica del Paese. Il secondo è il deciso richiamo alla trasparenza nell’azione e nella struttura delle organizzazioni. Il terzo è lo spirito di chiarezza nel definire chi deve far parte del terzo settore (cioè chi ha ‘finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale’), con l’intenzione di compiere una decisa ‘ripulitura’ dei vari registri in cui organizzazioni di ogni tipo sono oggi iscritte». Stefano Tabò, presidente del Coordinamento dei Centri di servizio per il volontariato, sottolinea come «sarà ora però fondamentale che la scrittura dei decreti attuativi della legge porti a coerente conseguenza quanto indicato dal testo approvato, chiarendo tutti i dubbi che questo può far sorgere: in proposito, CSVnet mette a disposizione la propria esperienza e attende di poter avere le interlocuzioni che saranno utili al legislatore».
Secondo Cnesc – Conferenza Nazionale Enti Servizio Civile (cui aderiscono tra gli altri Acli, Anpas, Arci Servizio Civile, Anspi, Avis Nazionale, Caritas Italiana, Cnca e Confederazione Nazionale Misericordie d’Italia) «la principale innovazione del testo, che ne giustifica la definizione di Servizio Civile Universale, è l’obiettivo di far partecipare tutti i giovani che vorranno farlo, in modo volontario. Se per lo Stato è una sfida per le risorse da trovare e per la capacità organizzativa di programmazione da implementare, per le organizzazioni, in primis quelle della Cnesc, è una sfida educativa e di formazione della coscienza civica, oltre che economica e organizzativa, che ben volentieri facciamo nostra».
La Conferenza Permanente delle Associazioni, Federazioni e Reti di Volontariato – Convol sottolinea due forti perplessità: «La prima sulla revisione dei Centri di Servizio per il Volontariato di cui la legge estende la platea dei beneficiari ben oltre le Organizzazioni di Volontariato: si teme che vengano diminuite al Volontariato le già scarse risorse che oggi ricevono. La seconda sulla Fondazione Italia Sociale, un Ente di cui non si sentiva alcuna necessità e di cui la legge approvata non chiarisce compiti e finanziamenti. Ora inizia il percorso di stesura dei decreti attuativi che daranno corpo e sostanza al testo di legge: l’auspicio è che il Governo tenga conto – come già avvenuto durante l’iter parlamentare – del contributo fattivo della ConVol quale rappresentante originaria ed autentica del volontariato organizzato».
«Si riparte innovando il Terzo settore a partire dalla forza della storia sociale italiana. È un punto decisamente positivo, un Paese senza massicce dosi di innovazione sociale non ce la fa per l’Italia», sottolinea Giovanna Melandri, presidente Human Foundation e presidente Social Impact Agenda. «Siamo grati a Luigi Bobba per il suo lavoro di cucitura tra attori diversi e di sintesi fra posizioni anche distanti. È stato senza dubbio un percorso a ostacoli ma che Bobba è riuscito a portare a termine».
Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas ha dichiarato: «auspichiamo più coinvolgimento per la discussione dei decreti delegati affinché i princìpi della legge vengano attivati e che possano chiarire e valorizzare la peculiarità del nostro modo di fare volontariato, soprattutto per quanto riguarda i servizi complessi come il soccorso». Da parte sua Roberto Trucchi, presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, ha sostenuto: «chiediamo al Governo di aprire un tavolo permanente tra Governo e rappresentanti del mondo del volontariato per discutere insieme la predisposizione del Decreti Attuativi».
«Siamo soddisfatti», commenta Vincenzo Saturni, presidente dell’Avis, «per l’approvazione definitiva della riforma alla Camera. Rinnoviamo la nostra disponibilità, recentemente manifestata al sottosegretario Luigi Bobba intervenuto alla nostra Assemblea generale, a dare il nostro contributo anche nella fase di predisposizione dei decreti attuativi collegati alla riforma, certi che continuerà il percorso di condivisione e di ascolto delle associazioni messo in atto già nella fase di redazione della legge delega». Saturni elenca in sintesi gli aspetti positivi della riforma. «Tanti gli aspetti positivi di questa legge che aspettavamo da tempo: dalla chiara definizione di funzioni e compiti del terzo settore, che ha d’ora in poi una “sua carta d’identità”, al ruolo chiave conferito al Servizio civile universale grande occasione di crescita per giovani italiani e stranieri, al riordino e alla semplificazione anche in tema fiscale».