Il riso è il cereale più consumato nel mondo ma nel nostro Paese c’è sempre stata confusione riguardo alle varietà e alla provenienza: infatti abbiamo trovato molto spesso diciture diverse sulle confezioni, compresa quella di riso classico.
Entro il 7 dicembre prossimo, però, verrà pubblicata in Gazzetta la nuova riforma del mercato interno del riso e l’indicazione “riso classico” sarà possibile solo nel caso sia garantita la tracciabilità di ogni varietà contenuta. Lo annuncia Coldiretti che spiega in una nota come, sotto questa dicitura, siano state commercializzate diverse varietà di riso che appartengono alla stessa classe merceologica basata però su lunghezza e larghezza dei chicchi; questo soltanto per ragioni di mercato e quindi non tutti i chicchi in una confezione erano della stessa varietà.
La normativa precedente risaliva al 1958 e creava confusioni mentre ora finalmente i consumatori avranno la possibilità di scegliere la varietà di riso classico che prediligono in purezza, a sostegno delle coltivazioni nazionali messe a dura prova da importazioni incontrollate.
Questa nuova riforma, pertanto, potrà valorizzare il raccolto Made in Italy con una produzione di circa 230.000 ettari di seminato, riso che è sicuramente sano e di ottima qualità, con un mercato che tuttavia resta difficile perché i prezzi quotati continuano a rimanere sotto i costi di produzione.
Dichiara Coldiretti: «L’Italia si conferma di gran lunga il principale produttore europeo di riso nonostante la siccità e il maltempo che ha colpito a macchia di leopardo le risaie dalle quali, peraltro, nascono opportunità di lavoro per oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell’intera filiera. Senza dimenticare lo straordinario impatto sul paesaggio, sull’ambiente e sulla biodiversità con 200 varietà iscritte nel registro nazionale».
Naturalmente è importante per il consumatore conoscere la provenienza del cereale, poiché il 25% delle confezioni contiene prodotto straniero non menzionato e ben sappiamo che troppo spesso all’estero non vengono applicati gli stessi standard ambientali, sociali e di sicurezza che abbiamo noi.
In ogni caso la metà del riso che importiamo arriva dall’Asia e nel primo semestre di quest’anno l’import dall’India è aumentato del 12%, seguono Pakistan, Thailandia, Cambogia e Birmania.
La nuova etichettatura trasparente metterà fine a ogni discussione e la provenienza verrà indicata.
Elenchiamo di seguito brevemente le varietà di riso classico che saranno pure al 100%: