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Rispetto dei diritti umani: in azienda una sfida tutta da vincere

Una grande azienda europea su due reputa che il rispetto dei diritti umani sia un tema irrilevante per sé, e non forma i propri dipendenti su un argomento così delicato. Soltanto l’8% delle aziende europee affronta il tema utilizzando processi trasversali alle funzioni aziendali coinvolte. Abusi nella filiera; discriminazione in base al genere, all’età, all’orientamento sessuale; lavoro forzato; violazione della privacy: le imprese risultano ancora poco consapevoli di quanto sia ampio il confine occupato dal tema del rispetto dei diritti umani, e dei forti rischi che scaturiscono da una sua difesa poco efficace. Inoltre, l’Italia risulta essere il secondo Paese europeo per numero di violazioni dei diritti umani. Questi sono alcuni dei dati evidenziati nell’ambito dell’evento che si è tenuto ieri a Milano “Diritti umani in azienda: vincere la sfida dell’integrazione”, organizzato da Fondazione Sodalitas in collaborazione con CSR Europe, Fondazione Global Compact Network Italia e Unicef Business Lab.

Nel corso dell’incontro è stato presentato il “Blueprint on Business & Human Rights”, il set di linee guida sviluppato da CSR Europe per integrare il rispetto dei diritti umani nelle 3 funzioni aziendali chiave: risorse umane, acquisti e risk management.

Si tratta di un importante documento, che è stato realizzato grazie al contributo di esperti e all’effettuazione di 18 interviste con grandi aziende attive in 7 settori diversi, nel quale sono individuati i 6 principi-chiave su cui basare il rispetto dei diritti umani in azienda e sono raccontati 55 esempi di best practices d’impresa.

Ecco qui di seguito i 6 principi-chiave:

  1. Leadership interfunzionale. I diritti umani, per compenetrare davvero la cultura aziendale, non possono essere ricondotti, in termini di competenza e di responsabilità, a una funzione specifica, ma devono superare le divisioni di area coinvolgendo attivamente tutte le principali funzioni.
  2. Responsabilità condivisa. Oltre al superamento dei “silos” funzionali, è necessario che il personale operativo venga affiancato anche da professionisti esperti in materia di diritti umani. Il lavoro comune rende possibile l’analisi puntuale di casi specifici e l’individuazione delle modalità più efficaci per affrontarli.
  3. Incentivazione. Per alimentare la consapevolezza dell’importanza del rispetto dei diritti umani in azienda può essere utile misurare le prestazioni e prevedere degli incentivi, realizzando un meccanismo virtuoso di competizione.
  4. Formazione continua. Anche in materia di diritti umani andrebbe applicato il principio della formazione continua, attraverso il quale creare una cultura aziendale forte, consapevole, regolarmente aggiornata e capace di passare dalla teoria alla pratica, rendendo il rispetto dei diritti esperienza quotidiana anche nell’operatività.
  5. Comunicazione bidirezionale. E’ necessario che ci sia una comunicazione dall’alto verso il basso da parte dei leader, che sia chiara, frequente e trasversale, e che ci sia una comunicazione dal basso verso l’alto, con cui portare all’attenzione dei vertici le difficoltà, i successi e le sfide in atto.
  6. Rivedere, analizzare, integrare. Perché questo percorso verso la messa al centro dei diritti sia efficace, è fondamentale individuare indicatori specifici con cui valutare sforzi e impatti.

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Redazione