Qualche giorno fa si è celebrata la Giornata internazionale dei rom e dei sinti, in occasione della quale l’associazione 21 Luglio ha portato all’attenzione del Senato la situazione riguardante l’emergenza abitativa che riguarda circa 28.000 rom in Italia, il che equivale a dire lo 0,05% della popolazione.
La novità del Rapporto Annuale riguarda la mappatura degli insediamenti, mai presente prima d’ora in uno studio. Così leggiamo che «anche nel 2016 l’Italia ha perseverato con la cosiddetta “politica dei campi”, mentre l’attuazione della Strategia Nazionale d’Inclusione, inaugurata nel 2012, ha continuato a soffrire di pesanti ritardi».
Di fatto, non conosciamo il numero esatto dei rom e dei sinti presenti in Italia – la cifra che lo studio riporta è compresa tra le 120.000 e le 180.000 persone – ma è certo che la maggioranza viva in condizioni di povertà estrema, tra baraccopoli e degrado.
Desta particolare allarme lo stato dei minori, sia entro i 149 campi “istituzionali” (quelli cioè gestiti dalle autorità pubbliche) sia negli insediamenti “informali” nei quali si riscontra che siano circa in 10.000 a vivere in condizioni igienico-sanitarie assai precarie. Una realtà di cui prendere coscienza, si legge nel Rapporto, e che non fa altro che aumentare la discriminazione. Non a caso, episodi di razzismo sfociati in atti di violenza riguardanti le comunità dei rom e dei sinti sono stati, nel 2016, 175 di cui 57 gravissimi.
Nonostante gli sgomberi forzati durante lo scorso anno, 250, la situazione non è affatto migliorata, al contrario. Nel Rapporto si legge infatti: «Segregare costa 7 volte più che includere e mentre in Europa si festeggia questa Giornata mondiale, da noi in Italia, a Napoli, è in atto proprio in queste ore l’ennesimo sgombero e trasferimento di 27 famiglie rom».