3 febbraio 1871 – Con la legge del 3 febbraio 1871, n. 33 la capitale d’Italia viene trasferita da Firenze a Roma segnando il superamento della “questione romana”.
Si realizza così il disegno politico di Cavour che già 10 anni prima aveva ampiamente discusso in Parlamento sulle ragioni storiche, politiche, culturali e sociali per cui Roma avrebbe dovuto essere la capitale del nuovo Stato unitario, argomentando: «La questione della capitale non si scioglie, o signori, per ragioni né di clima, né di geografia, neanche per ragioni strategiche; se queste ragioni avessero dovuto influire sulla scelta della capitale, certamente Londra non sarebbe capitale della Gran Bretagna, e forse nemmeno Parigi lo sarebbe della Francia. La scelta della capitale è determinata da grandi ragioni morali. È il sentimento dei popoli quello che conta. Ora, o signori, in Roma sono presenti tutte le circostanze storiche, intellettuali, morali, che devono determinare le condizioni della capitale di un grande Stato. Tutta la storia di Roma dal tempo dei Cesari al giorno d’oggi è la storia di una città la cui importanza si estende infinitamente al di là del suo territorio, di una città, cioè, destinata a essere la capitale di un grande Stato. Convinto di questa verità, io mi credo in obbligo di proclamarlo nel modo più solenne davanti alla nazione, e mi sento in obbligo di fare appello al patriottismo di tutti i cittadini d’Italia, onde cessi ogni discussione in proposito».