Sentite parlare di un pastore sardo e ne avete subito l’immagine: uomo forte, duro, una vita pesante con le pecore, solitario e corrucciato. Il cuore non si vede, ma c’è ed è davvero grande. Perché questo uomo rude, con il suo cappello, i suoi baffi e le mani callose, il cuore se lo prende in mano e lo dona a chi ha bisogno.
Si chiama, in sardo, Sa Paradura ed è l’usanza di un mutuo soccorso tra pastori: ogniqualvolta un collega perde per una calamità naturale – terremoto, alluvione, frane – il suo gregge, ogni pastore dona al collega sfortunato un animale, rendendogli possibile ricominciare l’allevamento.
È stato Gigi Sanna, pastore a sua volta e a capo del gruppo musicale Istentales, a prendere l’iniziativa per soccorrere, al di là del Tirreno, i colleghi pastori che hanno perso tutto nel terremoto dello scorso anno in Centro Italia.
Subito questa idea è stata accolta da tanti: Coldiretti Sardegna, la cantina Silattari, la sezione sarda della Prociv Italia, l’azienda agricola Monreale e la Cassis (Corpo di soccorso ausiliario internazionale San Silvestro). A questi si sono aggiunti tanti altri enti, imprese e associazioni.
Le pecore sono arrivate da tutta la Sardegna per essere radunate nel centro di Bonassai dell’Agenzia Agris, che ha messo a disposizione il terreno, ospitato e nutrito le pecore in attesa della loro partenza per il “Continente”, come i sardi chiamano il territorio italiano al di là del mare.
L’Asl di Sassari con i veterinari suoi e di tutta la Sardegna si è preoccupata di espletare tutte le procedure nel pieno rispetto delle regole di legge. I mezzi di trasporto per le stesse, insieme a 500 quintali di foraggio insilato (inserito in silos), sono stati messi a disposizione gratuitamente e altrettanto gratuita è stata la traversata del braccio di mare.
E domenica, alle 13,30, sono tutti arrivati a Cascia, il paese di Santa Rita, la santa dei miracoli impossibili. C’è stata grande festa, grandi emozioni sono corse in piazza Papa Leone XIII e poi ancora quando c’è stata la benedizione delle pecore ascoltando padre Bernardino che ha pronunciato con fervore: «La vostra presenza è un dono di Santa Rita, il mettere a disposizione i vostri beni è un grande gesto di amicizia».
Le parole del sindaco di Cascia Gino Emili, empaticamente commosso, sono state invece: «Vi dico grazie a nome di tutta la comunità. Questo terremoto sarà ricordato per la paura ma anche per la grande solidarietà dell’Italia. Voi oggi ne siete un esempio. Noi da oggi dobbiamo ripartire e questo lo dobbiamo anche a voi».