Più di 3000 specie aliene presenti nel nostro Paese, in crescita del 96% negli ultimi 30 anni, minacciano ecosistemi, salute e attività dell’uomo mettendo a serio rischio la biodiversità e l’economia. Una diffusione che costa all’Europa oltre 12 miliardi di euro ogni anno.
Proprio per fronteggiare tale allarmante situazione è nato il progetto Life Asap (Alien species awareness program), cofinanziato dalla Commissione europea, di cui sono ideatori l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), Legambiente e altri partner.
Obiettivo principale del progetto è quello di ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e limitare i loro impatti, tutelando il prima possibile le specie autoctone e accrescendo maggior consapevolezza delle persone.
In Italia le specie aliene invasive provocano da tempo effetti devastanti sulla biodiversità (gambero rosso americano, scoiattolo grigio, tartaruga palustre americana, caulerpa, robinia), sulle attività economiche (nutria, cozza zebrata, fitofagi come il cinipede del castagno e la cimice del pino) e sulla salute umana (ambrosia, zanzara tigre).
Ma che cosa sono le specie aliene invasive? Esse sono organismi introdotti dall’uomo, involontariamente o volontariamente, al di fuori dell’area di origine, che si insediano in natura e producono impatti sull’ambiente o sulla vita dell’essere umano. Le vie di ingresso privilegiate risultano essere porti e aeroporti, con merci e persone che possono diventare vettori; un ruolo rilevante nella loro propagazione è mosso dal commercio di piante esotiche e animali da compagnia.
Nel nostro Paese vi sono oltre 3000 specie aliene, fatte entrare il più delle volte volontariamente, di cui oltre il 15% invasive, cioè che provocano impatti. Il numero di specie marine aliene nel Mediterraneo risulta essere più che raddoppiato tra il 1970 e il 2015, con 150 nuove specie rilevate soltanto negli ultimi 15 anni. Inoltre, parecchie specie marine giungono tramite il canale di Suez.