Il 25% dei cittadini protesta tempi di attesa troppi lunghi e ticket troppo alti, mentre il 15,4% è stata vittima di errori diagnostici e terapeutici. Questo è quanto emerge dal XVIII Rapporto Pit Salute “Sanità pubblica, accesso privato” del Tribunale per i diritti del malato – Cittadinanzattiva.Nello specifico, le segnalazioni raccolte nel 2014 nelle sedi locali dei Tribunali sono state oltre 24 mila, di cui un quarto (25 %) riguardano le difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie determinate principalmente dalle liste di attesa (58,7%) e da ticket troppo costosi (31,4%), al secondo posto si segnalano i presunti errori diagnostici e terapeutici (15,4%), mentre al terzo posto, con il 15,3%, i cittadini hanno denunciato disagi nell’assistenza territoriale.
Pertanto, le problematicità più grandi nell’accedere alle cure mediche riguardano le lunghe liste d’attesa: i tempi medi per gli esami diagnostici, infatti, sono di 13 mesi per una risonanza magnetica, 12 mesi per una mammografia e una tac. Per quanto concerne, invece, gli interventi chirurgici l’attesa sale a 24 mesi per una ricostruzione mammaria, 10 mesi per una cataratta, mentre per le visite specialistiche, 13 mesi per una visita psichiatrica e 9 mesi per una oculistica.
La seconda difficoltà riscontrata all’accesso alle prestazioni è il costo dei ticket (31,4% delle segnalazioni), considerato un peso sempre più insostenibile per i redditi delle famiglie.
Con il decreto Appropriatezza e con la revisione del prontuario farmaceutico nazionale si riducono le prestazioni garantite dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN), spostando ancora una volta i costi sui più fragili, ha dichiarato il coordinatore del Tribunale del malato, Tonino Aceti.
Per quanto concerne i presunti errori diagnostici e teraupeutici: il 15,4% dei cittadini ne è stata vittima e di questi il 64% li ha denunciati, il 17% ha avuto problemi a causa delle condizioni delle strutture, il 12,7% ha lamentato disattenzioni del personale sanitario, in aumento del 2,3% rispetto al 2013. Infine, il 3,8% ha denunciato infezioni nosocomiali e il 2,7% sangue infetto. Gli errori più frequenti rilevati (59,5%) riguardanoi reparti di ortopedia, chirurgia generale e oculistica.
Anche l’accesso all’assistenza territoriale e ospedaliera non presenta una situazione piacevole. Infatti, i cittadini si vedono negate dai medici di famiglia la visita domiciliare o la prescrizione (25,7%) e hanno difficoltà ad avere cure riabilitative (18%).
L’attesa per l’accesso al pronto soccorso costituisce uno dei più importanti problemi ed è reputata eccessiva nel 47,5% dei cittadini intervistati.