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Save the Children sul benessere dei bambini: il nostro Paese si classifica all’ottavo posto

Il nostro Paese si colloca all’ottavo posto della classifica dei Paesi del G20 per il livello di benessere dei bambini. Con migliori risultati rispetto agli Stati Uniti, ma ultimo tra i Paesi europei del G20, dopo Germania, Francia e Regno Unito. A rilevarlo è il nuovo Indice del benessere dei bambini di Save the Children, contenuto nel rapporto “Economic Playgrounds 2016” lanciato dall’organizzazione in vista del G20 dei Ministri delle Finanze in Cina.

Il nuovo Indice del benessere dei bambini elaborato da Save the Children si basa su otto indicatori chiave che hanno un impatto determinante sulla vita dei minori nei Paesi del G20, e che insieme costituiscono l’85% dell’economia globale: salute, educazione, uguaglianza di genere, reddito, sicurezza, occupazione, infrastrutture e ambiente.

Andando nello specifico possiamo notare che la Germania, come nella scorsa edizione del 2014, detiene il primo posto nella classifica, raggiungendo il primato nelle aree dell’uguaglianza di genere, del lavoro e del reddito. Poi seguono Francia e Giappone, che conquista una posizione rispetto alla precedente edizione, mentre il Regno Unito si classifica al sesto posto. L’India invece è il fanalino di coda, preceduta da Sudafrica e Brasile.

L’Italia, ottava in classifica, conserva lo stesso posto di due anni fa e ottiene risultati negativi soprattutto nella sfera del lavoro, dell’educazione e del reddito. Rispetto all’occupazione, il nostro Paese è terzultimo in classifica, meglio solo di Sudafrica e India. Particolarmente allarmante risulta il dato relativo al tasso di disoccupazione giovanile, tra i 15 e i 24 anni di età, che nel nostro Paese è del 44,1%.

Per quanto concerne l’educazione, dimensione importantissima per garantire a ogni bambino benessere e opportunità, il nostro Paese si trova all’undicesimo posto, mentre ai primi tre posti della classifica si posizionano Canada, Germania e Repubblica di Corea. In particolare, come spiega Save the Children, l’Italia è al di sotto della media dei Paesi classificati ad alto reddito dalla Banca Mondiale relativamente al numero di anni che gli studenti passano a scuola, ossia 10,1 anni contro i 13,1 nel Regno Unito e in Germania, 13 in Canada e Australia, 12,9 negli Stati Uniti.

Sul tema salute invece a destare preoccupazione sono i dati riguardanti i ragazzi tra 0 e 19 anni obesi o in sovrappeso, che in Italia costituiscono il 26,9% del totale. Si tratta di una percentuale che va oltre la media dei Paesi ricchi, con Francia e Germania che registrano rispettivamente il 18,1% e il 20,1%. La percentuale più alta di bambini obesi o in sovrappeso nei Paesi del G20 si ha invece in Arabia Saudita 30%, seguita da Stati Uniti 29,5%, Messico 29,1% e Regno Unito 27,5%.

Altro fattore importante per assicurare il benessere dei bambini e il pieno sviluppo delle proprie capacità è rappresentato dal reddito di un Paese. Nonostante la ricchezza nazionale è possibile notare una forte disparità nella distribuzione dei redditi, che ostacolano la crescita sana di tutti i bambini.

Nel nostro Paese, il reddito pro capite risulta più basso rispetto alla media degli altri Paesi ricchi, ossia di circa 32 mila euro contro i 50 mila negli Stati Uniti, i 43 mila in Australia e i 42 mila in Germania. Negli Stati Uniti si registra un alto livello di disuguaglianze nella distribuzione dei redditi.

Dall’Indice del benessere dei bambini di Save the Children emergono anche dati positivi per l’Italia, che si classifica al secondo posto, dietro solo alla Germania, per uguaglianza di genere. Un risultato conseguito per via della bassa mortalità materna e la presenza di molte parlamentari, insieme al piccolo divario tra maschi e femmine nell’accesso a scuola secondaria e lavoro. Alla fine della graduatoria dell’uguaglianza di genere si posizionano invece India, Indonesia e Brasile, dove si rilevano tassi molto alti di mortalità materna.

Buone notizie per il nostro Paese anche per quanto riguarda i livelli di emissioni di CO2 che sono inferiori alla media dei Paesi ad alto reddito, ossia 6,7 milioni di tonnellate, contro 18,1 in Arabia Saudita, 17 negli Usa e 16,5 in Australia e per una percentuale del 100% di popolazione che ha accesso all’acqua. Infine, l’Italia, è anche sesta in classifica tra i Paesi del G20 più sicuri per i bambini. Regno Unito, Germania e Giappone sono i Paesi più sicuri, mentre in Sudafrica, Brasile e Messico la sicurezza dei bimbi è più a rischio. Il tasso di omicidi per 100 mila abitanti in Italia è dello 0,9, mentre i Paesi con i più alti tassi di omicidi sono Sudafrica 31, Brasile 25,2 e Messico 21,5. Per quanto concerne le morti per incidenti stradali, nel nostro Paese il tasso per 100 mila abitanti si attesta a 7,2. Regno Unito 3,7, Germania 4,7 e Giappone 5,2 costituiscono i Paesi in cui si muore meno su strada, mentre Sudafrica (31,9), Arabia Saudita (24,8) e Brasile (22,5) quelli dove ci sono più vittime.

In questo scenario Save the Chidren chiede ai leader economici del G20 di impegnarsi per offrire garanzie minime a tutti i bambini attraverso una finanza equa che permetta a tutti di accedere ai servizi di base; l’eliminazione delle discriminazioni economiche e sociali per tutti i bimbi; meccanismi di trasparenza su come gli Stati utilizzano fondi e aiuti in favore dei piccoli più indifesi.

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Redazione