Sclerosi multipla: una nuova diagnosi ogni tre ore

Nel nostro Paese sono circa 110 mila le persone che convivono con la sclerosi multipla, si tratta di un numero di gran lunga superiore rispetto a quello registrato sinora. Ogni anno si registrano 3400 nuove diagnosi, nella maggioranza dei casi giovani fra i 20 e i 40 anni, una nuova diagnosi ogni 3 ore. Questo è quanto emerge dal primo “Barometro italiano della sclerosi multipla”, che è stato presentato ieri a Roma, dall’Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e dalla sua Fondazione.

Il Barometro, come spiega la stessa Aism, è uno strumento capace di misurare la realtà di questa patologia che consente di mettere insieme informazioni derivanti da diverse fonti per fotografare l’oggi, identificare i vuoti esistenti nella cura, i livelli di assistenza, i diritti ufficialmente riconosciuti, in maniera tale da progettare le linee di intervento future.

Come ha affermato Angela Martino, presidente della Conferenza persone con sclerosi multipla dell’Aism: «La sclerosi multipla è un’autentica emergenza sanitaria e sociale».

L’analisi evidenzia che vi è una profonda disparità di trattamento e presa in carico delle persone con sclerosi multipla sul territorio nazionale. Soltanto 6 regioni quali Sicilia, Veneto, Toscana, Lazio, Emilia Romagna e Puglia, hanno infatti adottato l’applicazione di Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali (Pdta); mentre altre 7, ossia Lombardia, Sardegna, Umbria, Campania, Calabria, Friuli Venezia Giulia e Liguria, sono ancora in corso di progettazione o in fase di avvio.

La distribuzione sul territorio nazionale dei centri clinici specializzati per la sclerosi multipla risulta disomogenea, di conseguenza alcune persone affette da questa malattia sono costrette a percorrere lunghe distanze per ottenere un semplice farmaco o per fare i periodici controlli.

Nei 249 centri clinici neurologici di riferimento per la sclerosi vengono seguite più di 80 mila persone, cui sono dedicati 500 neurologi e oltre 400 infermieri. I neurologi strutturati all’interno dei centri sono pari a 1 ogni 300 pazienti seguiti.

Un altro dato importante che emerge dall’indagine è quello relativo al costo della malattia: quasi 5 miliardi di euro l’anno, 45 mila euro a persona. Un impatto economico che cresce al progredire della gravità della malattia: da circa 18 mila euro nelle prime fasi della patologia a 84 mila euro per i malati molto gravi. Il 70% di chi ha una disabilità grave riceve aiuto soltanto dalla famiglia. I costi sanitari a carico del sistema sanitario nazionale costituiscono il 34% del totale; i costi non sanitari, invece, per la maggior parte a carico di persone e familiari sono il 37% del totale.

Per fronteggiare tale emergenza, come ha sottolineato l’Aism, è necessario intervenire al più presto sulle politiche sanitarie rafforzando la garanzia di livelli essenziali per la diagnosi, cura, assistenza; strutturando e valorizzando la rete dei centri per la presa in carico; sostenendo la ricerca scientifica e sanitaria. Queste devono rappresentare le priorità dell’Agenda della Sclerosi Multipla 2020.

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Redazione