Non ci sono più: sono sparite le cellule leucemiche presenti nel midollo di un bimbo di soli 4 anni affatto da leucemia linfoblastica acuta, di tipo B cellulare, e refrattario a terapie convenzionali.
Il “miracolo” non ha nulla a che fare col metafisico ma è la scienza ad aver fatto passi da giganti: i linfociti del piccolo paziente in cura presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma sono stati geneticamente manipolati e reindirizzati contro il bersaglio tumorale che è stato riconosciuto ed attaccato.
Si tratta di un metodo rivoluzionario: un approccio innovativo per la cura delle neoplasie utilizzato per la prima volta su un paziente italiano. Lo studio dell’Ospedale pediatrico di Roma (Opbg) è stato promosso dall’AIRC, dal Ministero della Salute e dalla Regione Lazio. Il direttore scientifico dell’Opbg, Bruno Dallapiccola, ha parlato a proposito della terapia come di “una pietra miliare nel campo della medicina personalizzata”; si tratta di una tecnica che rientra nel campo della immunoterapia: la più promettente per la lotta contro il cancro.
Per raggiungere questo successo i ricercatori e i medici del Bambino Gesù hanno prelevato i linfociti T del paziente, cellule fondamentali per la risposta immunitaria, e li hanno geneticamente modificati servendosi del CAR (Chimeric Antigenic Receptor): un recettore chimerico sintetizzato in laboratorio che potenzia i linfociti e li rende in grado di individuare e attaccare le cellule tumorali presenti nel sangue e nel midollo, fino ad eliminarle del tutto.
Ora il piccolo che aveva avuto già due ricadute, una a seguito di trattamento chemioterapico e una dopo un trapianto di midollo osseo da donatore esterno, sta bene ed è stato dimesso. Si apre dunque la strada a risultati analoghi anche per altre malattie genetiche e, a noi di Felicità Pubblica, non ci resta che fare i complimenti a tutta l’equipe del Bambino Gesù e augurare al piccolo ex paziente una vita meravigliosa.