Tutte le scuole italiane connesse in banda larga entro il 2020, tablet e smartphone personali, docenti formati a una didattica innovativa, studenti interattivi, aule rifatte per aprirsi al digitale. È questa la scuola digitale del futuro, delineata nel Piano Nazionale Scuola Digitale presentato ieri dal ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.
Il Piano, che sarà subito operativo, prevede 35 azioni e ha uno stanziamento di 1 miliardo di euro, 600 milioni sulle infrastrutture e 400 sulle nuove competenze, la formazione del personale, il monitoraggio e le misure di accompagnamento. Le risorse di tale programma sono principalmente tre: i Fondi stanziati dalla Buona Scuola, quelli previsti dalla programmazione europea attraverso il Pon “Per la Scuola” 2014-2020, e altri Fondi Miur.
«Partiamo da una situazione per cui in una scuola su due la connessione internet non raggiunge le classi», afferma Giannini. «In questo quadro è la prima volta che un governo inserisce in una legge dello Stato una politica così specifica e che mette la digitalizzazione e l’innovazione all’interno di una strategia nazionale. Politica imprenditoria e istruzione lavoreranno insieme per cambiare la scuola e cambiare il Paese».
Quattro sono gli ambiti di intervento di tale Piano:
– Strumenti abilitanti: è la parte infrastrutturale che riguarda tutte le azioni relative alla connettività, ai nuovi spazi e ambienti per la didattica, all’amministrazione digitale;
– Competenze e contenuti per gli studenti: nuove competenze digitali degli studenti, standard e interoperabilità degli ambienti on line per la didattica, promozione delle Risorse Educative Aperte (OER), esperienze di alternanza scuola-lavoro in imprese digitali;
– Formazione del personale: comprende gli interventi necessari per fare in modo che le persone che lavorano nella scuola, dirigenti, insegnanti, personale amministrativo, siano dotate delle competenze necessarie per guidare la digitalizzazione della scuola;
– Accompagnamento: essenziale per assicurare che il Piano si concretizzi in un cambio di paradigma diffuso e condiviso a tutti i livelli, sia dentro che fuori dalla scuola.