Abbiamo parlato della Scuola Italiana Beni Comuni – SIBEC in occasione della sua presentazione al pubblico nel dicembre scorso (leggi l’articolo). Torniamo oggi sull’argomento per approfondire le caratteristiche di questa nuova iniziativa, frutto di una partnership tra Euricse (Istituto Europeo di Ricerca sull’Impresa Cooperativa e Sociale), Labsus (Laboratorio per la sussidiarietà) e l’Università di Trento.
L’occasione è fornita dall’accordo di partnership recentemente siglato tra CSVnet, Euricse e Labsus. Le tre organizzazioni, in particolare, si impegnano a valutare insieme “obiettivi, progetti e attività promosse dalla Scuola e rivolte specificatamente alle associazioni aderenti al Coordinamento Nazionale dei CSV. L’obiettivo della partnership, inoltre, è di favorire il più possibile l’accesso delle realtà territoriali rappresentate dai firmatari, alle attività e opportunità messe in campo dalla Sibec”.
Di seguito la presentazione delle motivazioni che hanno portato alla costituzione della scuola e la descrizione delle sue principali modalità operative, tratta dal sito www.sibec.eu.
Perché una scuola dei beni comuni?
La recente crisi economica e il calo delle risorse pubbliche hanno generato un crescente numero di aree, spazi pubblici ed edifici in stato di abbandono o sottoutilizzo. Questi beni attualmente rischiano di produrre costi per la collettività e situazioni di degrado.
Ma se la comunità locale si assume la responsabilità del loro recupero e poi della loro gestione, essi diventano “beni comuni”, di cui tutta la comunità può tornare a godere. Non stupisce quindi che il tema dei beni comuni sia sempre più sentito. Migliaia di persone, in tutta Italia, si prendono regolarmente cura dei beni comuni presenti sul proprio territorio: piazze, strade, scuole, giardini e beni culturali… Sono i cittadini attivi, a cui si rivolge il lavoro di Labsus e per i quali è stato pensato e promosso il “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazioni comunali per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani”, uno strumento già adottato in tanti comuni italiani.
Ma affinché questi beni “rigenerati” possano continuare a vivere è necessario un progetto per una gestione economicamente sostenibile e rispettosa delle caratteristiche di questi “beni di comunità”, ossia in grado di produrre sviluppo economico e concrete opportunità di lavoro. Euricse si occupa da anni di questi temi dal punto di vista delle forme organizzative e imprenditoriali più adatte alla gestione dei beni comuni, come dimostra ad esempio il filone di ricerca avviato dall’Istituto sulle imprese di comunità. La partnership tra Euricse, Labsus e l’Università di Trento consente di mettere a frutto le ricerche, le conoscenze e le reti di relazioni necessarie per la creazione di una Scuola in cui formare professionisti competenti nella gestione condivisa dei beni comuni, coinvolgendo la comunità locale, valorizzandone le potenzialità ed evitando ogni tipo di speculazione.
A chi si rivolge?
I destinatari dell’attività formativa saranno professionisti, imprenditori (for profit e nonprofit), appartenenti ad associazioni e organizzazioni del Terzo Settore, amministratori locali (sia eletti sia funzionari).
La Scuola si propone di formare due tipologie di professionisti:
- funzionari degli enti locali, capaci di interagire positivamente con i cittadini attivi nell’ambito del modello dell’amministrazione condivisa, al fine di favorire la cura condivisa dei beni comuni materiali e immateriali presenti sul territorio;
- professionisti, capaci di gestire in modo economicamente sostenibile i beni comuni, creando opportunità di sviluppo e benessere a favore di tutta la comunità di riferimento.
Come opera?
L’offerta formativa della Scuola si comporrà di più percorsi, di diversa durata e argomento. Cifra comune sarà l’abbinamento dell’apprendimento teorico con strumenti e metodi operativi. L’intervento di studiosi ed esperti sarà affiancato da laboratori, esercitazioni e lavori di gruppo, il tutto con il supporto di tutor appositamente formati, di tecnologie digitali e visite studio sul campo.
L’attività formativa alternerà moduli di due o più giornate in presenza a periodi di formazione a distanza (soprattutto per occasioni di approfondimento e aggiornamento continuo). Un obiettivo importante sarà valorizzare il ruolo attivo dei partecipanti, sia creando occasioni di confronto per apprendere dalle differenze (per esempio: funzionari con cittadini; eletti con funzionari; imprenditori con dirigenti del Terzo Settore; esperienze nord-sud ecc.); sia promuovendo la realizzazione di project work in cui applicare alla propria esperienza di beni comuni quanto appreso in aula.
Il metodo proposto è dunque di tipo riflessivo: siamo infatti convinti che le soluzioni innovative emergano dal confronto delle esperienze, dalle lezioni degli esperti e, soprattutto, dal poter sperimentare attivamente le proprie capacità. La SIBEC vuole essere un luogo di apprendimento e al tempo stesso di sperimentazione.
2016 il primo corso SIBEC
I temi affrontati
La definizione del concetto di “beni comuni”, lo scambio delle esperienze riguardanti la loro cura e gestione, la diffusione di competenze tecniche di tipo giuridico, amministrativo, gestionale e organizzativo nonché la promozione di conoscenze trasversali quali leadership, comunicazione e mediazione sono solo alcuni dei temi che verranno approfonditi in occasione dei corsi di formazione.
Il corso base
Il primo di questi corsi è un “corso base” la cui prima edizione si svolgerà nel 2016. Il corso è articolato in quattro moduli che si svolgeranno in altrettante città italiane, per consentire ai partecipanti di entrare a diretto contatto con una varietà di contesti ed esperienze la cui esplorazione diverrà parte integrante del percorso formativo.
I tutor del corso
Al di là dei temi discussi nei vari moduli del corso, il laboratorio formativo aiuterà i partecipanti a capire e valutare tutte le diverse competenze necessarie per essere agenti di sviluppo in una comunità. SIBEC è lieta di collaborare su questi aspetti con DOF Consulting, Cooperativa Sociale ITACA e Il collettivo DMAV (Dalla maschera al volto) che si occuperanno del tutoraggio durante il percorso formativo, aiutando i partecipanti a perfezionare le proprie competenze individuali applicando lo strumento The Village all’interno dei moduli e con il project work tra un modulo
Al di là dei temi discussi nei vari moduli del corso, il laboratorio formativo aiuterà i partecipanti a capire e valutare tutte le diverse competenze necessarie per essere agenti di sviluppo in una comunità. SIBEC è lieta di collaborare su questi aspetti con DOF Consulting, Cooperativa Sociale ITACA e il collettivo DMAV (Dalla maschera al volto) che si occuperanno del tutoraggio durante il percorso formativo, aiutando i partecipanti a perfezionare le proprie competenze individuali applicando lo strumento The Village all’interno dei moduli e con il project work tra un modulo e l’altro.