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Sigaretta elettronica: fa male o no?

L’utilizzo della sigaretta elettronica è ancora terreno di “scontro” per la comunità scientifica internazionale. Le posizioni e i pareri sulle eventuali ripercussioni sulla nostra salute sono infatti al momento discordi, per cui si passa da chi sostiene che esse siano innocue a chi addirittura le reputa più dannose della sigaretta tradizionale con il filtro.

In particolare, nell’ultimo periodo, sono due gli studi più importanti in materia. Il primo italiano, il secondo statunitense. Entrambi, però, giungono a conclusioni praticamente opposte.

Neanche un mese fa i ricercatori dell’Università di Catania hanno condotto delle analisi coordinate da Riccardo Polosa, docente di Medicina Interna nell’ateneo siciliano e promotore del Comitato Scientifico Internazionale per la ricerca della sigaretta elettronica. La conclusione alla quale sono giunti è che quest’ultima non sia alla base di danni polmonari, neanche dopo un utilizzo prolungato nel tempo.

In effetti è proprio questa la preoccupazione principale legata all’uso delle cosiddette e-cig, cioè le ripercussioni sulla salute legate all’esposizione agli aerosol prodotti dalla sigarette elettroniche. Lo studio italiano, attraverso esami specifici quali spirometria, test dell’ossido nitrico esalato, TAC del torace, avrebbe dimostrato che le emissioni non alterano i parametri respiratori di chi utilizza la nuova sigaretta a vapore.

Ma, neanche una settimana dopo questo studio, sulla rivista scientifica ACS Sensors, un team di ricercatori americani dell’Università del Connecticut ha avanzato l’ipotesi contraria: le sigarette elettroniche potrebbero risultare dannose quanto quelle normalmente in commercio.

Il problema, stando a quest’ultima ricerca, sarebbe l’impatto che gli additivi chimici creerebbero a livello di danni al DNA, evidentemente quindi problematiche serie che alla lunga potrebbero dar luogo al cancro. Addirittura, azzarda lo studio, il vapore emesso dalle sigarette elettroniche potrebbe dimostrarsi più dannoso rispetto a quelle con il filtro. Secondo gli americani i parametri di cui tener conto vanno naturalmente dalla frequenza di utilizzo dei liquidi e da fattori più specifici.

Al di là degli ultimi due studi succitati, ce ne sono stati altri che nel corso del tempo si sono posti degli interrogativi sulla tossicità di sostanze presenti nei liquidi delle e-cig come ad esempio come l’acroleina, la formaldeide e l’acetaldeide.

La realtà dei fatti, però, ci dice che mentre la comunità scientifica si scopre piuttosto divisa su questo tema, il consumo delle sigarette elettroniche aumenta e soprattutto nel nostro Paese dove, secondo i dati dell’Istituto superiore della sanità, nel 2016 il 4% degli italiani ne fa uso.

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Redazione