Nel nostro Paese soltanto nei primi otto mesi di quest’anno sono arrivati attraverso il Mediterraneo più di 16.800 minori non accompagnati, 4 mila in più rispetto l’anno scorso. Se i flussi dovessero proseguire in questo modo, si arriverà a una quota di circa 20 mila giovani migranti, senza adulti di riferimento al loro fianco. Questo è quanto emerge dai dati dell’ISMU – Istituto per lo Studio della Multietnicità.
Attualmente i minori non accompagnati costituiscono il 15% di tutti gli arrivi via mare, una percentuale di gran lunga maggiore rispetto allo scorso anno in cui rappresentavano l’8% e al 2014, anno record di sbarchi, in cui erano il 7,7%.
Andando nello specifico dei dati mensili è possibile osservare un andamento crescente con un apice nel mese di giugno quando, con una media giornaliera di 117 arrivi, sono sbarcati sulle coste italiane circa 3.515 minori soli; ad aprile si è registrata l’incidenza maggiore, infatti, i giovani migranti non accompagnati hanno costituito un quinto di tutti gli arrivi nel mese.
Nel 2016 i minori non accompagnati dunque rappresentano il 91% del totale dei minori sbarcati. Se poi si prende in esame il collettivo dei minori nel loro complesso, ossia accompagnati e non, è possibile notare come il peso concernente la componente dei non accompagnati sia anch’esso aumentato nel tempo. Nel 2014 i msna costituivano il 49% su un totale di 26 mila minori, nel 2015 il 75% su 16.500, mentre adesso sono il 91% degli oltre 16 mila minori sbarcati, a dimostrazione di una migrazione in prevalenza individuale di giovani quasi-adulti originari soprattutto dell’Africa.
Ma vediamo più nel dettaglio da dove provengono i minori? In misura maggiore dall’Africa: al primo posto troviamo i giovani gambiani, circa 1.902 pari al 13,9%, a cui seguono eritrei, egiziani, nigeriani. I dati diffusi da Unhcr, riferiti al periodo gennaio-luglio 2016, evidenziano che tra gli egiziani giunti via mare in Italia, i giovani non accompagnati rappresentano ben il 59% di tutto il collettivo egiziano.
Per questi giovani l’Italia non costituisce sempre la destinazione finale, ma solo il passaggio per andare in altri Paesi europei. Risultano abbastanza pochi, infatti, coloro che intraprendono il percorso della protezione internazionale nel nostro Paese, mentre al contrario sono parecchi i giovani che cercano di lasciare le strutture di accoglienza italiane che li accolgono. A confermare ciò ci sono i dati che mostrano come a fine luglio scorso a fronte di una presenza nel sistema di accoglienza di 12.700 minori soli, le richieste di protezione internazionale presentate risultano poco significative, ossia poco più di 3 mila, mentre è più rilevante il numero di coloro che si allontanano volontariamente dalle strutture di accoglienza che li ospitano: sono 5.315 i minori che risultavano assenti al 31 luglio scorso nelle strutture di accoglienza censite dal Ministero del Lavoro.