Ci ricordiamo, vero, la proposta di modifica al Codice della Strada pochi mesi fa, quella che prevedeva la sospensione della patente alla prima violazione e non alla seconda in due anni? Perfetto, ora che ce lo siamo ricordato, dimentichiamocelo, perché è appena stata stralciata dal provvedimento di modifica al Codice stradale.
Tutto ciò avviene nonostante gli ultimi dati di Polizia e Carabinieri dimostrino che le violazioni per uso del cellulare mentre si è alla guida siano in netto aumento.
Da questi dati si evidenzia che nel primo semestre del 2017 c’è stato un incremento del 18,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente per utilizzo di smartphone mentre si guida. In termini numerici le multe sono arrivate a 32.373 contro le 27.415 dei primi sei mesi del 2016.
L’articolo in questione, il n. 173 del CdS, viene modificato prevedendo solo il raddoppio del periodo di sospensione della patente (prima previsto da 1 a 3 mesi) portandolo da 2 a 6 mesi, ma sempre alla seconda violazione nei due anni, col raddoppio dei punti prelevati da 5 a 10.
Insorge immediatamente l’ASAPS (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale) che spiega nella persona del suo presidente Giordano Biserni: «Francamente consideriamo la modifica assolutamente insufficiente, anzi inutile. La proposta di cui si era discusso nel dibattito primaverile in concomitanza con il compleanno della legge sull’omicidio stradale e con un peggioramento della mortalità nei primi mesi del 2017, era chiara.[…] Inutile dire che l’ASAPS l’ha sostenuta con grande convinzione perché l’aveva proposta già dal settembre del 2015».
«Il dilagante utilizzo del cellulare alla guida sia in fonia sia in messaggistica e navigazione sul web, produce una ciclopica forza distruttiva – continua il commento -che va ostacolato seriamente e non si capisce il senso di questo provvedimento azzoppato e a questo punto inutile. La sospensione solo alla seconda violazione non produrrà effetti concreti. Sappiamo che la violazione contestata dalla Polizia Stradale a Trapani e quella contestata dalla Polizia Locale di Treviso e dai Carabinieri di una stazione della Valsugana difficilmente si intrecceranno. Facciamo un appello ai parlamentari per un ripensamento».