«Mi piacerebbe vivere nel Fast West, così potrei sparare ai cattivi». Era l’inizio degli anni ‘90 quando mio cugino, che allora aveva 4 o 5 anni, fece ridere tutta la famiglia con questo suo assurdo desiderio di bambino.
Sono trascorsi più di vent’anni da allora e temo che il sogno – o dovrei forse dire l’incubo – di quel bambino, che fortunatamente oggi è un giovane pacifista, si stia avverando. Quella frase così innocente mi è tornata alla mente in questi giorni davanti alla legge sulla legittima difesa che la Camera ha approvato con 225 sì, 116 no e 11 astenuti, e che ora arriverà al Senato.
Una legge che in questi giorni sta facendo comprensibilmente discutere, che sembra finora non soddisfare praticamente nessuno e sulla quale anche la satira si è scatenata a più non posso. A finire in parodie di canzoni e fake su internet è in particolare quel passaggio del testo in cui si fa riferimento alla “reazione in tempo di notte”.
Ma – con tutto il rispetto per i comici – qui c’è ben poco da ridere, per una serie di ragioni!
Iniziamo proprio dalla notte. Pare che in realtà la legge non dica quello su cui in molti hanno strabuzzato gli occhi, ossia che si può reagire a un’aggressione in casa solo durante le ore notturne. A creare l’equivoco sembra essere una congiunzione – “ovvero” – utilizzata in questo caso come oppure. Dunque è possibile una reazione a un’aggressione commessa in tempo di notte oppure la reazione a seguito dell’introduzione nei luoghi con violenza alle persone o alle cose oppure con minaccia o con inganno. In questo caso, le considerazioni da fare a mio avviso sono due: la prima è che se davvero la legge dovesse prevedere la possibilità di difendersi solo nelle ore notturne sarebbe davvero ridicolo e senza alcun senso. Ma soprattutto quello che va evidenziato è che se già la legge crea tutte queste confusioni prima di entrare in vigore, quanto, nella sua applicazione, sarà lasciato alla libera interpretazione dei giudici?
Ma non è neanche questo il punto principale su cui focalizzare l’attenzione. La questione è una e semplice: non bisogna armare i cittadini e legalizzare la giustizia fai da te!
E’ assurdo, infatti, affrontare il tema della sicurezza semplicemente dando la possibilità ai cittadini di reagire con la violenza o addirittura di sparare, nel nome della legittima difesa. In questo modo, al contrario, le nostre città saranno sempre più pericolose. Lo saranno perché i cittadini, la cui percezione della sicurezza è ogni giorno più bassa, si sentiranno autorizzati a possedere delle armi che oggi invece non possiedono. Ma lo saranno perché questo, a mio avviso, non fungerà da deterrente per i malviventi. Al contrario, sentendosi più minacciati da una possibile reazione della vittima – la legittima difesa appunto – potrebbero decidere di attaccare prima, per “sbarazzarsi” di un rischio troppo alto.
Insomma, «la legge va rivista perché così è un pasticcio», per dirla con le parole di Matteo Renzi. E perché rischia di trasformare in assassini autorizzati tutti coloro che si sentiranno minacciati.
Il direttore
Vignetta di copertina: Freccia.