Stanno spopolando negli Stati Uniti, precisamente nel New Jersey, le culle di cartone finlandesi, per ridurre le famigerate morti bianche. In Scozia sono già diffuse e presto sbarcheranno anche in Ohio.
Si tratta di una scatola di cartone che nasce alla fine degli anni ’30 in Finlandia: con essa e con il suo contenuto lo Stato dava un aiuto concreto ai genitori, offrendo a tutti i neonati le stesse condizioni di inizio vita, che fossero figli di genitori poveri o ricchi. Anche negli anni ’30 il welfare si faceva, e talvolta molto bene. Vale quindi la pena riproporre la culla di cartone e hanno visto giusto le aziende che hanno voluto rilanciare il prodotto.
Ma scopriamo di cosa si tratta nel dettaglio.
Intanto, la scatola non arriva vuota ed è anche il suo contenuto ad essere educativo per i neo genitori e per il neonato. Ecco quindi il materassino per la scatola, un termometro, un kit di benvenuto al mondo con pannolini, salviette, pomate e oggetti di prima necessità, magliette e una tutina, e persino piccoli giochi. Ma lo scopo fondamentale della culla di cartone è quella di evitare la morte di un neonato senza causa apparente, la tristemente famosa Sindrome della morte in culla, Sids (Sudden Infant Death Syndrome). Non si tratta di una patologia ma di un incidente che si verifica piuttosto spesso.
Le cause possono essere molto diverse e vanno da possibili anomalie nell’area del cervello che controlla i ritmi sonno/veglia ad altri fattori di rischio che vengono indicati dall’Istituto Superiore di Sanità, di cui riportiamo le indicazioni.
In base ai rischi elencati sopra, la scatola di cartone da utilizzare come culla è essenziale: inanzitutto le pareti sono dure e non c’è rischio di soffocamento (mentre solitamente le culle sono rivestite di tessuto morbido), grazie anche al materassino duro e all’impossibilità di collocare al suo interno giochini di peluche o altri orpelli. Inoltre tutto lo spazio è occupato dal neonato che vi si trova come nel grembo materno.
Non sono dicerie: l’OMS sostiene che in Finlandia l’utilizzo della scatola per bimbi (baby box) abbia fatto in modo che il tasso di mortalità infantile sia passato da 65 morti ogni 1000 bambini nati nel 1938 a 1,3 ogni 1000 nel 2013.
Un vero successo che auspichiamo si possa estendere al mondo intero, soprattutto nei Paesi più poveri, dove la vita di una persona spesso vale zero, figuriamoci quella di un neonato.