Via libera del Senato alla legge anti sprechi. Ieri a Palazzo Madama il provvedimento già approvato dalla Camera è diventato legge con 181 voti favorevoli, due contrari e 16 astenuti.
La nuova legge è un importante provvedimento contro la lotta agli sprechi alimentari e farmaceutici attraverso la donazione e distribuzione per fini di solidarietà sociale. Soddisfazione per l’approvazione della legge, già approvata a gennaio in Francia (leggi l’articolo), è stata espressa a margine della votazione dal ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina, che ha definito la legge una delle più belle e concrete eredità di Expo Milano 2015. Il ministro ha infatti ricordato come il provvedimento sia stato presentato lo scorso anno nel nostro “Piano SprecoZero” proprio durante l’Esposizione universale e di come la legge sia una traduzione in fatti dei principi della Carta di Milano.
Martina ha poi aggiunto che la legge rappresenta «un provvedimento che conferma l’Italia alla guida della lotta agli sprechi alimentari, nonostante siano ancora oggi di proporzioni inaccettabili: 12 miliardi di euro solo nel nostro Paese. Con questa norma ci avviciniamo sempre di più all’obiettivo di recuperare 1 milione di tonnellate di cibo e donarle a chi ne ha bisogno attraverso il lavoro insostituibile degli enti caritativi».
Tra gli obiettivi principali della norma ci sono l’incremento del recupero e della donazione delle eccedenze alimentari, con priorità della loro destinazione per assistenza agli indigenti. La legge prevede, allo stesso tempo, che si favorisca il recupero di prodotti farmaceutici a fini di solidarietà sociale. A differenza dei loro colleghi d’Oltrape, tuttavia, i parlamentari italiani hanno puntato meno sulla penalizzazione, favorendo gli incentivi per chi dichiara lotta agli sprechi.
«È molto importante», ha concluso il ministro Martina, «il rafforzamento del Tavolo Indigenti del nostro Ministero, che ora potrà diventare un vero e proprio laboratorio operativo per ridurre gli sprechi e aumentare l’assistenza ai più bisognosi. Un modello che ci rende unici in Europa e che punta ad incentivare e semplificare il recupero più che a punire chi spreca».