Risparmio energetico, cibo a km 0, sharing economy, nuove forme di condivisione e riuso degli spazi sono solo alcuni degli obiettivi del progetto OrtiAlti.
«Siamo partite da una considerazione», racconta Elena Carmagnani, «oltre il 20% delle superfici urbane sono tetti piani coperti di catrame, non utilizzati e scarsamente accessibili. Provate a immaginarli coperti di erbe e fiori aromatici, di insalata e pomodorini, di biete e cavolfiori».
Ed è proprio da qui che parte la realizzazione di orti sui tetti di piani di edifici di vario genere (scuole, biblioteche, condomini, edifici per uffici, edifici produttivi, supermercati), tramite il coinvolgimento diretto delle comunità che li abitano o li utilizzano. I due architetti utilizzano la tecnologia per il verde pensile, composta da materiali tessili e plastici che si posano sui tetti piani, rendendoli totalmente impermeabili. Qui posano un terriccio speciale, molto leggero e facile da lavorare. Per fare un orto ne bastano solo 15 – 20 centimetri.
Grazie a questi orti, i tetti diventano dei veri e propri spazi non solo di rigenerazione urbana ma anche di rigenerazione sociale, in cui bambini, anziani e giovani possono incontrarsi, curare insieme l’orto, organizzare attività di vario genere, sviluppando un nuovo rapporto tra società e ambiente urbano.
Il progetto OrtiAlti ha riscosso un notevole successo e ha ricevuto diversi premi tra cui, il primo premio del concorso ‘We-Women for Expo’ di Expo Milano 2015, come migliore idea imprenditoriale femminile, e il premio Padiglione Italia.
Attualmente le due architette stanno realizzando un nuovo progetto, un OrtoAlto, per il nuovo centro commerciale Carrefour di Nichelino, sempre in provincia di Torino.