Uno studio recentissimo sull’autismo condotto dall’équipe di psicoterapeuti dell’età evolutiva dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO), dal titolo “Il contagio emotivo nei bambini con disturbo dello spettro autistico”, e pubblicato sulla rivista scientifica internazionale “Austin Journal of Autism & Related Disabilities”, spiega: «Nei bambini autistici il deficit primario si colloca nell’area affettiva prima che in quella cognitiva e una conferma si ritrova nella difficoltà a rintracciare in loro una risposta di tipo empatico. È possibile, invece, indagare la presenza di contagio emotivo, che non solo è contiguo alla capacità di sintonizzazione affettiva, ma è anche un valido precursore dello sviluppo dell’empatia».
Per “contagio emotivo” s’intende la condizione, che è propria di ogni essere umano, attraverso cui le emozioni di un’altra persona si “sentono dentro”, una forma di empatia basata sulla condivisione emotiva immediata, senza che nessun aspetto cognitivo si inserisca nel processo emotivo.
La ricerca dell’IdO ha pubblicato i risultati del suo studio TCE (test contagio emotivo) basato su un campione di 53 minori dai 22 ai 66 mesi, a loro volta suddivisi in tre gruppi: autismo grave (24 bambini), spettro autistico (10 bambini), minori a rischio di sviluppare autismo (19 bambini).
La dottoressa Magda di Renzo, responsabile del servizio terapie dell’IdO, ha spiegato: «I risultati sono stati molto incoraggianti, il 33% dei bambini con autismo (8 su 24) ha presentato un principio di contagio emotivo, il 42% (10 su 24) ha mostrato contagio emotivo, mentre in nessun bambino autistico è emersa una risposta di tipo empatico. Passando ai minori coinvolti nella condizione dello spettro, il 70% (7 su 10) ha manifestato il contagio emotivo e il 30% (3 su 10) empatia». Sono dati rispetto ai quali, commenta la psicoterapeuta, «si nota una correlazione significativa tra la gravità del disturbo autistico, misurata con l’Autism Diagnostic Observation Schedule (ADOS-2, strumento diagnostico per quantificare la gravità dei sintomi), e la capacità di rispondere agli stimoli emotivi verificata dal TCE».
La caratteristica di questo test è infatti quella di stabilire l’assenza o la presenza di risposta emozionale, analizzare il sistema cinesico (espressioni del volto, movimenti degli occhi, gestualità) e quello vocale, il sistema aptico (contatto fisico) e quello prossemico (la distanza). Tutti questi aspetti sono legati a 4 emozioni diverse: felicità, tristezza, paura e rabbia. Le risposte che si possono ottenere sono dunque assenza e presenza e permettono di avere un quadro più chiaro del paziente.
Rispetto alle 4 emozioni Magda di Renzo fa notare come nel gruppo autismo la risposta maggiore riguardi la felicità (52%), mentre quella minore la rabbia (25%). Intermedie la tristezza (46%) e la paura (32%).