Il 15 dicembre la Regione Emilia Romagna ha assegnato i riconoscimenti nell’ambito della prima edizione del “Premio responsabilità Sociale d’impresa”. Ne ha scritto Antonella Luccitti il 19 dicembre scorso, dando conto delle imprese, delle associazioni di imprese/consorzi, dei Comuni, Unioni di Comuni e Città Metropolitana premiati. (leggi articolo)
Nella comunicazione istituzionale diffusa in occasione del Premio si legge: “La Regione promuove la cultura della responsabilità sociale d’impresa e l’impresa sociale sostenendo progetti che coinvolgano le imprese di qualunque settore produttivo, ma anche le parti sociali e gli enti che operano per la promozione della responsabilità sociale. L’intervento, approvato con delibera di Giunta regionale nel luglio scorso, si inquadra nell’attuazione della Legge regionale 14/2014 (art. 17 – premio regionale per promuovere la cultura della responsabilità sociale d’impresa e l’impresa sociale sostenendo progetti di imprese, parti sociali e enti che operano per la promozione di RSI), relativa alla promozione degli investimenti in Emilia-Romagna ed è coerente con gli indirizzi dell’Unione europea”.
Ma perché un’istituzione di livello regionale sente l’esigenza di misurarsi con il tema della responsabilità sociale? Perché, soprattutto, ritiene opportuno stimolare il proprio tessuto imprenditoriale e gli stessi enti locali a fare altrettanto, assumendo la CSR come componente strategica della propria azione?
Significative, in tal senso, sono le parole dell’Assessore alle Attività produttive Palma Costi: “L’idea di progresso che abbiamo non si può basare solo sulla mera crescita economica, ma deve tenere insieme una serie di fattori più ampi del vivere sociale. E’ impossibile – ha sottolineato l’assessore regionale alle durante la premiazione – avere una visione strategica dell’economia senza pensare alle persone che lavorano nelle imprese e all’ambiente e al territorio dove le imprese sono inserite. Il cui benessere e la qualità incidono a loro volta sulla crescita e la produttività dell’intero sistema. E qui entra in gioco la responsabilità sociale d’impresa, da protagonista nella sua natura di strategia aziendale trasversale e di lungo periodo, attenta alle persone capaci di acquisire vantaggio competitivo, migliori prestazioni, processi di miglioramento dell’ambiente. La Regione è dunque impegnata a 360 gradi perché legalità e responsabilità sociale siano e rimangano al centro delle proprie politiche e supportino le aziende nel loro percorso di sviluppo, se possibile anche semplificando i loro rapporti con la Pubblica amministrazione a livello territoriale e locale”.
Come abbiamo visto il fondamento giuridico dell’azione amministrativa che ha motivato il Premio è nella Legge regionale 18 luglio 2014, n. 14 Promozione degli investimenti in Emilia-Romagna, pubblicata nel Bollettino Ufficiale n. 216 del 18 luglio 2014.
L’articolo 1 fornisce il quadro strategico dell’azione regionale in materia di promozione degli investimenti. In termini tradizionali sarebbe scontato pensare alla promozione degli investimenti in termini di incentivazioni, agevolazioni, vantaggi fiscali. Invece, secondo la Regione Emilia Romagna, le “convenienze” vanno ricercate negli obiettivi della strategia Europa 2020 e, quindi, nell’innovazione, nella specializzazione intelligente, nell’internazionalizzazione, nei progetti di ricerca e innovazione, nella responsabilità sociale d’impresa, nell’imprenditorialità sociale e nella partecipazione dei lavoratori. Si tratta di una scelta tutt’altro che scontata che testimonia un alto livello di consapevolezza sulla necessità di sostenere forme di sviluppo sostenibile e responsabile.
Vale la pena, in proposito, riportare integralmente il testo dell’articolo citato.
“Al fine di accrescere l’attrazione e la competitività del sistema economico dell’Emilia-Romagna e di raggiungere elevati livelli di sostenibilità ambientale e sociale dello sviluppo, concorrendo alla realizzazione della strategia europea per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, la Regione promuove il rafforzamento, l’innovazione, la specializzazione intelligente e l’internazionalizzazione delle imprese e delle filiere produttive; valorizza i progetti di ricerca e innovazione, la responsabilità sociale d’impresa, l’imprenditorialità sociale e la partecipazione dei lavoratori; favorisce l’afflusso di investimenti nazionali ed esteri sul territorio e nelle imprese regionali.
La crescita intelligente, sostenibile e inclusiva dell’apparato produttivo viene perseguita dalla Regione attraverso le programmazioni settoriali e, in particolare:
- il Programma regionale delle Attività produttive di cui all’articolo 54 della legge regionale 21 aprile 1999, n. 3 (Riforma del sistema regionale e locale), il Piano regionale di Sviluppo rurale, l’attuazione delle leggi regionali in materia di artigianato, commercio, turismo, cooperazione, ricerca industriale e trasferimento tecnologico, nonché con gli strumenti e le misure della presente legge;
- gli interventi in materia di formazione e istruzione professionale di cui alla legge regionale 30 giugno 2003, n. 12 (Norme per l’uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l’arco della vita, attraverso il rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione tra loro), alla legge regionale 30 giugno 2011, n. 5 (Disciplina del sistema regionale dell’istruzione e formazione professionale), nonché gli interventi in materia di lavoro previsti dalla legge regionale 1 agosto 2005, n. 17 (Norme per la promozione dell’occupazione, della qualità, sicurezza e regolarità del lavoro).
Per il raggiungimento degli obiettivi di cui al comma 1, la Regione promuove:
- la qualificazione, l’innovazione del sistema produttivo e la crescita occupazionale;
- la realizzazione delle infrastrutture per le reti telematiche in banda ultralarga;
- la generazione diffusa di energia, con particolare riferimento all’impiego di fonti energetiche rinnovabili e di soluzioni in grado di aumentare l’efficienza del sistema energetico regionale;
- la ricerca e il trasferimento tecnologico;
- la formazione delle risorse umane;
- il valore della legalità come presupposto indispensabile di uno sviluppo equo e sostenibile;
- lo sviluppo della rete di Welfare e dei servizi abitativi”.
Per quanto riguarda la responsabilità sociale il riferimento è esplicito nel Capo III – Responsabilità sociale d’impresa e innovazione sociale e, in particolare, nell’articolo 17 – Responsabilità sociale d’impresa e impresa sociale.
“In coerenza con gli indirizzi dell’Unione europea e in collaborazione con gli enti locali, il sistema delle Camere di commercio, industria, artigianato e Agricoltura, nonché le parti sociali, la Regione, nei propri programmi, promuove la cultura della responsabilità sociale d’impresa e l’impresa sociale.
La responsabilità sociale d’impresa e l’innovazione sociale costituiscono il criterio di riferimento per le azioni del programma triennale delle attività produttive, della ricerca e del trasferimento tecnologico, dei programmi di formazione delle risorse umane e dei programmi di sostegno alla formazione manageriale e alla qualificazione gestionale delle imprese.
Al fine di raggiungere gli obiettivi di cui al comma 1, la Regione sostiene progetti che coinvolgano le imprese di qualunque settore produttivo, le parti sociali e gli enti che operano per la promozione della responsabilità sociale e dell’innovazione sociale a livello territoriale.
La Regione istituisce inoltre il premio regionale per la responsabilità sociale d’impresa e l’innovazione sociale con il coinvolgimento dei soggetti di cui al comma 3, mediante l’utilizzo delle risorse stanziate per il Piano triennale per le attività produttive”.