Medsealitter: è questo il nome del progetto che coinvolgerà dieci partner internazionali allo scopo di monitorare i rifiuti presenti nel Mar Mediterraneo. L’iniziativa, che vedrà impegnati soggetti provenienti da Grecia, Spagna, Francia e Italia, è stato presentato lo scorso 2 marzo a Manarola (La Spezia) nel parco delle Cinque Terre.
Unire le forze per cercare di contrastare il fenomeno noto come marine litter e che sta a indicare il complesso dei rifiuti galleggianti e sommersi presenti nei nostri mari che rappresentano un grave problema sia a livello di inquinamento, che per quanto riguarda la fauna ittica e il pesce che finisce sulle nostre tavole.
«Nonostante molte organizzazioni del Mediterraneo stiano lavorando su questo tema», spiega Legambiente, tra le dieci realtà coinvolte nel progetto, «non esiste al momento alcun protocollo comunemente accettato che permetta di valutare in modo complessivo il fenomeno. Il progetto Medsealitter nasce proprio da questa considerazione: le plastiche e i rifiuti che inquinano il Mediterraneo, bene comune, è una questione che va affrontato superando le logiche dei confini, delle competenze e delle responsabilità dei singoli Paesi».
A prendere parte al progetto, oltre all’associazione ambientalista italiana, anche ISPRA (Italia), Università di Barcellona (Spagna), Università di Valencia (Spagna), Ass Medasset (Grecia), Hellenic Centre for Marine Research (Grecia), AMP Villasimius (Italia), Ecole Pratique des Haute Etudes (Francia), EcoOcean (Francia), e Parco Nazionale delle 5 Terre (Italia), quest’ultimo in qualità del capofila del progetto.
«Quello dei rifiuti marini, in particolare la frazione plastica», aggiunge Legambiente, «è un fenomeno di rilevanza globale, che ha effetti devastanti non solo sulla biodiversità, ma anche sulla qualità delle acque e degli interi sistemi territoriali. Un fenomeno ancora scarsamente mappato del quale si intuiscono facilmente i pericolosi effetti a breve e lungo termine. Gli studi condotti da numerose organizzazioni in tutto il mondo delineano la plastica in mare come una vera e propria piaga globale che va ad aggiungersi alla lunga lista delle questioni ambientali che affliggono il nostro pianeta».